2015-01-12 07:57:00

Croazia. Neoeletta presidente Kitarovic fa appello unità


Per la prima volta una presidente donna in Croazia: Kolinda Grabar Kitarovic, 46 anni, cattolica, candidata del centrodestra, è stata eletta, a sorpresa, vincendo di stretta misura - lo 0,8 per cento in più - nel ballottaggio contro lo sfidante, il presidente uscente, il socialdemocratico Ivo Josipovic. Il servizio di Roberta Gisotti:

46 anni, cattolica, conservatrice moderata, già ministro degli Esteri dal 2004 al 2008, poi ambasciatrice a Washington e segretario aggiunto della Nato. Assente dalla scena politica e mediatica del suo Paese da ben 7 anni, Kitarovic è riuscita a conquistare 17.300 voti in più rispetto allo sfidante Josipovic, favorito nei sondaggi precedenti il primo turno e che ha pagato il diffuso malcontento verso il suo partito socialdemocratico al governo. La Croazia è in recessione da sei anni, con un debito pubblico all’80% del Pil. E sebbene il capo dello Stato non abbia poteri in campo economico, il voto alla Kitarovic palesa una volontà di cambiamento e di ripresa. “Basta con le divisioni ora bisogna lavorare insieme per una Croazia migliore e prospera”, ha esordito la neoeletta presidente, citando il fondatore del suo partito e primo presidente croato Tudjman, scomparso nel 99, e richiamando i valori del patriottismo, della famiglia della fede. Difficile si prospetta – dopo il giuramento a metà febbraio - la coabitazione tra la Kitarovic e il primo ministro Milanovic, tanto che gli osservatori prevedono accese dispute verbali.

Un voto che rivela un crescente malcontento dei croati verso la politica, che non offre risposte alla crisi sociale del Paese, come spiega Giovanni Vale, corrispondente dell’"Osservatorio Balcani e Caucaso":

R. – Rivela soprattutto una volontà di cambiare da parte dei croati. Grabar Kitarovic ha vinto perché è un volto nuovo della politica croata. Non fa parte dell’establishment politico con il quale i croati hanno avuto a che fare. Malgrado l’HDZ, il suo partito, che bene o male è molto impopolare, così come l’SDP, Kitarovic ha vinto soprattutto perché i croati vogliono un cambiamento, vogliono la fine di questa recessione che dura dal 2009.

D. - Kitarovic ha vinto con un margine minimo, appena 17.300 voti in più. Questo peserà sulla sua possibilità di rilanciare la Croazia a livello economico interno ma anche sulla scena internazionale?

R. – Penso che la prima cosa che Kitarovic dovrà tenere a mente, adesso, è che la metà del Paese non la voleva presidente della Repubblica. Va però detto che ci sarà soltanto un anno di ‘coabitazione’ con il governo di centro-sinistra, perché a fine 2015 si andrà di nuovo alle urne e questa volta per eleggere il parlamento e quindi il governo. Dato che questa è la quarta vittoria consecutiva per il centro-destra, penso che alle prossime elezioni di fine anno, il partito, l’HDZ, si aggiudicherà anche il governo. In quest’anno Kitarovic dovrà gestire la coabitazione cercando di non rovinare la propria popolarità in vista delle politiche di fine anno.

D.  – Sappiamo che il presidente della Repubblica in Croazia non ha potere in campo economico direttamente e sappiamo che la Croazia è in recessione da ben sei anni. Quali potranno essere i primi passi politici per risollevare il Paese?

R.  – Effettivamente il capo di Stato in Croazia ha una funzione rappresentativa. E’ vero anche che ha un forte potere mediatico. Quello che gli analisti criticavano di Josipovic è che non ha mai ‘punzecchiato’ troppo il governo di centro-sinistra di Milanovic, si è sempre tenuto a debita distanza; cosa che Kolinda Grabar Kitarović sicuramente non farà. Penso che i suoi primi passi saranno proprio quelli di criticare il governo, di metterlo in difficoltà e di esigere risultati concreti nella politica. Soprattutto perché il governo è di segno opposto e quindi per Kolinda non c’è problema a farlo. Ieri sera, al quartier generale dell’HDZ, ho parlato con un eurodeputato di centro-destra, Plenkovic, che mi ha detto che se non ci saranno risultati nei primi mesi, perché non andare a elezioni anticipate? Quindi, Kolinda Grabar Kitarović ha uno strumento per dare un ultimatum al governo di Milanovic e magari approfittare dell’ondata elettorale positiva per votare prima e vincere con un più certezza.

D. - Qual è la posizione della Kitarovic rispetto all’Unione europea?

R. – Kitarovic per la sua formazione, per il suo curriculum, è sicuramente a favore dell’Unione europea. E’ lei che era ministro dell’integrazione europea, quando si è preparato l’ingresso della Croazia nell’Ue, così come anche Josipovic è a favore dell’Unione europea. Il centro-destra lo accusa di essere jugo-nostalgico, di preoccuparsi troppo della regione, degli altri Paesi dell’ex Jugoslavia, ma in realtà anche lui è stato sempre presentissimo agli appuntamenti europei. Io penso che i più grandi cambiamenti sulla scena geopolitica saranno nella regione ma a livello europeo penso che la Croazia continuerà ad essere un membro attivo e soprattutto molto fiero di essere nell’Unione europea.








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