2015-01-09 15:12:00

Verso il Convegno di Firenze: sorge la Casa della Carità


Si iniziano a porre i primi tasselli del percorso che porterà al quinto Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana. È stato infatti presentato a Firenze il progetto della Casa della Carità che sorgerà a Novoli, una delle periferie più povere della città, per diventare un punto di riferimento per tutta la comunità. Il servizio di Corinna Spirito:

Accoglierà tutti coloro che avranno bisogno: dagli immigrati senza una casa agli anziani lasciati soli fino ai genitori che non sanno dove lasciare i figli mentre sono a lavoro. La "Casa della Carità" di Firenze è uno dei primi progetti pensati nel contesto del quinto Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana che si terrà nel capoluogo toscano dal 9 al 13 novembre. I lavori sono iniziati proprio in questi giorni, nel quartiere periferico di Novoli. Seguendo la linea tracciata da Papa Francesco, tutto il mondo ecclesiastico si sta impegnando concretamente ad aiutare la comunità perché al Convegno di novembre si possano presentare fatti e non solo parole. Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, lo ha ricordato a Firenze, presentando il progetto alla stampa.

R. – Il progetto della Casa della Carità di Firenze è un’opera che verrà realizzata e già in questi giorni sono cominciati i lavori, in una zona periferica di Firenze, per rispondere ad alcuni bisogni urgenti della città, soprattutto il bisogno di accoglienza per anziani soli, ma non solo questo, anche altre forme di accoglienza. Quindi, si tratta di un segno che vuole dire la voglia di fare del Convegno non un'accademia, ma una riflessione sulle forme di umanesimo negato e quindi anche indicare dei percorsi che tendono a recuperare, a offrire opportunità di umanesimo ritrovato e realizzato. Ed è chiaro che l’umanesimo negato è quello degli anziani abbandonati, è quello degli immigrati fatti dormire per strada, è quello dei bambini abbandonati o anche di famiglie che non sanno a chi affidare i loro figli al mattino, in un contesto che sia di formazione, mentre loro vanno a lavorare, se hanno il lavoro. Allora, questa Casa della Carità ha diversi moduli di intervento, che tendono proprio a dare risposte concrete a questi bisogni, a queste forme di umanesimo negato.

D. – Ricordiamo che questo progetto si inserisce all’interno di un percorso che è quello del Convegno ecclesiale nazionale, che si terrà a novembre a Firenze…

R. – È anche importante notare la coincidenza cronologica. Mentre, infatti, cominciano i lavori per questa Casa della Carità, di fatto sono entrati nel vivo anche i preparativi per il Convegno. Per cui, simbolicamente, è un Convegno che cammina di pari passo con una realizzazione. Mentre, dunque, si discute, ci si organizza per far convenire qui a Firenze oltre 2.500 persone da tutte le parti d’Italia, si sta realizzando anche un segno concreto che faccia dire perché loro vengono qui. Non vengono qui per discutere, ma per confrontarsi su come far diventare realtà quello che Gesù ci ha detto nel Vangelo e cioè quello che ci chiede: di vivere e far vivere l’uomo in pienezza.

D. – Perché la scelta di aprire la Casa della Carità proprio nella periferia di Novoli?

R. – Quando si vuole concretamente dare dei segnali di speranza, si va a vedere dove c’è disperazione e questo rione di Novoli ci è stato indicato proprio come un rione bisognoso di attenzioni. 








All the contents on this site are copyrighted ©.