La Santa Sede intende esprimere il suo vivo apprezzamento alle Chiese Cattoliche locali di Guinea, Liberia e Sierra Leone per la loro tempestiva risposta alla crisi causata dal virus di Ebola. E per potenziare maggiormente i loro sforzi, e come risposta concreta all’emergenza, offre un contributo finanziario, 3 milioni di euro.
Documento di Giustizia e Pace
L’impegno della Chiesa nel contrastare la diffusione
del virus è contenuto in un documento intitolato “La risposta della Chiesa Cattolica
all’emergenza Ebola” redatto dal Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace.
Il documento descrive, per la prima volta, una risposta pastorale a una malattia relativamente
nuova che ha devastato individui, intere famiglie ed anche comunità, specialmente
in questi tre Paesi dell’Africa Occidentale.
La Santa Sede incoraggia altri benefattori
I fondi saranno a disposizione di strutture sostenute
dalla Chiesa per migliorare l’assistenza che esse offrono attraverso istituzioni sanitarie,
iniziative comunitarie e la cura pastorale dei malati e del personale sanitario. La
Santa Sede incoraggia anche altri benefattori, privati o pubblici, a contribuire ad
accrescere i fondi in segno di solidarietà con quanti soffrono grandemente in queste
regioni colpite dalla malattia. Le somme offerte dal Vaticano saranno utilizzate,
tra l’altro, per l’acquisto di forniture sanitarie di prima necessità, per il trasporto
dei malati e per il rinnovamento delle strutture. Parte del contributo sarà destinato
ai residenti di aree circoscritte al fine di sviluppare e potenziare strategie tese
a fermare l’espansione dell’Ebola. Vi saranno anche fondi destinati ad aiutare le
famiglie colpite dal virus e i minori rimasti orfani.
Assistenza e formazione
Nella sua risposta pastorale, la Santa Sede contribuirà
all’assistenza delle persone in aree colpite dal virus attraverso la formazione e
l’aiuto fornito ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e ai laici impegnati in
attività pastorali, affinché siano meglio preparati ad affrontare i bisogni di ordine
fisico, psichico e spirituale dei malati e di quanti soffrono. La Santa Sede concentrerà
i suoi interventi sulle parrocchie, in quanto gran parte dell’attività della Chiesa
si svolge a livello della parrocchia, che è un’importante istituzione basilare nella
lotta alle conseguenze causate dall’Ebola, che stanno emergendo come un problema serio,
particolarmente per i sopravvissuti.
Rete cattolica contro Ebola
La Chiesa Cattolica è impegnata da molti decenni a
fornire aiuto umanitario e di sviluppo nell’Africa Occidentale. La Chiesa quindi conosce
bene come le istituzioni sanitarie di ogni tipo – che già stanno affrontando pesanti
sfide derivanti dalla povertà e da annose difficoltà sociali e politiche – sono grandemente
impegnate dalla presente crisi. Oltre all’attività della Chiesa nella regione, il
documento presenta gli sforzi compiuti da numerosi Dicasteri della Curia Romana, tra
cui il Pontificio Consiglio Cor Unum, il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari,
Propaganda Fide, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, come pure l’attività
di Caritas Internationalis e le organizzazioni ad essa collegate. Questo si somma
agli sforzi delle Agenzie Cattoliche presenti in molti altri Paesi, quali Catholic
Relief Services (U.S.A.), Missio (Austria), Misereor e Medical Mission Institute (Germania).
Gli intensificati sforzi della Chiesa permettono una maggiore risposta a livello parrocchiale
e di conseguenza rafforzano le misure atte a contenere la malattia.
La Chiesa resta accanto alle popolazioni
L’impegno della Chiesa Cattolica nella risposta all’emergenza
Ebola fa leva sulle comunità locali. La Chiesa – si legge nel documento - “non viene
e va; le persone si rivolgono a Dio in situazioni di paura e di bisogno. Questa Chiesa
è una testimonianza visibile della presenza di Gesù Cristo in ogni tempo ma particolarmente
in tempi di difficoltà”.
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