2015-01-06 13:29:00

Borse giù per Grecia e petrolio. Russia in difficoltà


Giornata in picchiata per le borse di tutto il mondo: chiudono in negativo le asiatiche; in perdita anche le piazze europee – che migliorano leggermente in corsa - tranne Milano. A pesare, la situazione politica in Grecia con i timori per l’uscita dall’euro e il calo del prezzo del petrolio, che in Russia fa crollare il rublo. I dettagli nel servizio di Roberta Barbi:

Giornata nera per le borse asiatiche, che temono per la situazione in Grecia e soffrono il calo del prezzo del petrolio, ai minimi da cinque anni e mezzo. Chiude in pesante perdita Tokyo, a -3%; limita i danni Shanghai. E l’ondata ribassista resta in Europa dove tutti i listini sono in calo già da ieri: unica in controtendenza Milano, grazie alla ripresa degli energetici e di alcuni bancari. A preoccupare è soprattutto il petrolio: sul circuito elettronico i future sul Wti Light crude scendono di 1,36 dollari e quelli sul Brent cedono l’1,57. Pesano i rifornimenti in eccesso e il calo della domanda. Russia sempre più in crisi, dunque: sul rublo si abbatte una nuova bufera, che lo porta a scendere del 4,5% sul dollaro e ad arretrare a 70,29 sull’euro.

Mercati finanziari molto nervosi, dunque. Per un commento sulla situazione, a partire da una ipotetica uscita della Grecia dall'euro, Alessandro Guarasci ha sentito l’economista Giacomo Vaciago:

R. – Oggi chi esce dall’Europa danneggia molto se stesso, più che il resto dell’Europa. E la Grecia è un Paese troppo piccolo per danneggiare noi, più di quanto non danneggerebbe se stesso. Siamo in campagna elettorale e vince chi promette o minaccia di più. Questa fase di instabilità speriamo finisca presto e bene e che gli amici greci, che hanno già fatto grossi sacrifici per restare nell’euro, sarebbero veramente poco furbi se adesso buttassero via tutto, euro compreso. Attenzione, il mondo è globale e tu puoi scegliere: puoi stare in Europa o uscirne. Ma se esci, cosa trovi?

D. – Come reagiscono le Borse in questo momento?

R. – Le Borse reagiscono nel panico, perché non sanno più chi governa cosa. Questa è confusione, non è cooperazione! Jacques Delors ha detto, tante volte, che l’euro presuppone giochi cooperativi tra i governi. Cooperare non vuol dire “vengo a casa tua a dirti cosa dovresti fare”; vuol dire fare assieme. Io sto ancora sperando che Berlino e Atene facciano qualcosa assieme!

D. – Negli Usa vi sono forti cali dei listini azionari: incide anche il prezzo del petrolio, che ormai è sceso sotto i 50 dollari al barile?

R. – La discesa del prezzo del petrolio fa bene all’economia, fa male alle Borse e soprattutto se gli “hedge funds” avevano preso posizioni lunghe sul petrolio e sono ora costretti a liquidare e a vendere. Complessivamente – per noi occidentali – è una buona notizia: si stima che 50 dollari al barile significhi 80 euro al mese in più a ciascuno di noi, che non ci sono regalati dal nostro presidente del Consiglio, ma che si sono regalati da Putin; 80 euro al mese in più da spendere in questo anno. Meno costa il petrolio e meglio è! Salvo per chi esportava in Russia a fronte di quel petrolio e salvo chi aveva preso posizioni finanziarie sbagliate, perché le Borse temono sempre le conseguenze finanziarie e non hanno la lungimiranza di vedere gli aspetti reali positivi.








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