2015-01-03 12:12:00

Salvi i 360 migranti della nave Ezadeen. Con noi la Caritas locale


Sono tutti salvi nel porto di Corigliano Calabro, i 360 immigrati di nazionalità siriana stipati a bordo del mercantile Ezadeen e soccorsi due giorni fa al largo della costa della Calabria, dopo che gli scafisti hanno abbandonato la loro imbarcazione. Sulla nave 54 donne e 74 minori, che hanno pagato per la tratta una cifra variabile dai 4.000 agli 8.000 euro. "La lotta ai trafficanti di essere umani sarà una delle massime priorità dell'Ue", ha datto il commissario europeo all'immigrazione Dimitris Avramopoulos. Massimiliano Menichetti:

Stanno tutti bene i immigrati che erano a bordo della Ezadeen. Sono sbarcati nel porto di Corigliano Calabro e sono stati smistati in diversi centri di accoglienza per l'identificazione. 360 persone abbandonate su una nave di sessanta metri, battente bandiera della Sierra Leone, partita dalla Turchia e guidata dal pilota automatico. E’ stata questa, infatti, la strategia degli scafisti che dopo avere impostato la rotta verso le coste italiane, hanno lasciato il mercantile e il suo carico al proprio destino.

La nave non si è incagliata, non ha urtato altre imbarcazioni, non è affondata e la Guardia costiera italiana ha potuto recuperarla nel Mare Jonio, insieme alla nave islandese Tyr della missione Ue Frontex. Il rischio di morire però c’è stato fino all’ultimo: il cargo si è fermato per avere esaurito il carburante, le onde alte sette metri hanno impedito l’abbordaggio e i soccorritori sono riusciti a salire a bordo usando un verricello di un elicottero dell'Aeronautica militare.

Una volta sul ponte i mariani si sono resi conto però che i comandi erano fuori uso, poi la decisione di trainare la Ezadeen, verso Corigliano Calabro, usando la nave islandese Tyr e la speranza di 360 persone è diventata salvezza.

 

Per il direttore della Caritas di Rossano don Vincenzo Miceli a bordo "c'erano anche bambini e donne, non mangiavano da giorni in mezzo al mare. La popolazione ha reagito bene, si erano preparati con pasti e bevande calde. Anche l'Arcivescovo, monsignor Satriano, ha seguito la situazione. Le istituzioni hanno reagito bene e sono state presenti”. 

“Sui loro volti ho letto tanta sofferenza, lasciare la propria patria a causa di nuovi Erode che devastano l'umanità non è facile –continua don Miceli - La loro speranza è però essere arrivati in un luogo dove almeno regna la pace e questo per loro è una conquista. Del viaggio non ci hanno raccontando nulla perché hanno paura di essere giudicati, rimpatriati”.








All the contents on this site are copyrighted ©.