2015-01-02 14:21:00

Coree. L'esperta: "Passi avanti ma riunificazione difficile"


Gli ultimi giorni hanno portato segnali di riavvicinamento tra le due Coree. In particolare il leader nordcoreano Kim Jong-Un ha aperto a “colloqui di alto livello” con Seul, prospettando un “grande cambiamento” nelle relazioni tra i due Paesi. Davide Maggiore ha chiesto qual è la portata di queste dichiarazioni a Rosella Ideo, esperta di Storia politica e diplomatica dell'Asia Orientale:

R. - La portata di questa dichiarazione è grande, nel senso che effettivamente la risposta di Kim Jong-un all’apertura sudcoreana, “troviamoci e parliamo di tutto quello che è sul tavolo”, sembrerebbe un tentativo di distensione. In realtà la situazione della penisola coreana è talmente complicata che secondo me non va assolutamente messa in connessione con quello che è avvenuto tra Cuba e gli Stati Uniti; non ci sono paragoni né con questo, né con l’unificazione tedesca che sembra aver ispirato nell’ultimo anno la Presidente della Corea del Sud, la signora Park.

D. - Ma cosa cerca Pyongyang riaprendo questi possibili colloqui? Kim Jong-un vuole riaccreditarsi agli occhi della comunità internazionale per ottenere aiuti?

R. - Sicuramente. Teniamo presente che la Corea del Nord ormai è il “paria” della comunità internazionale sia dal punto di vista politico che economico. Oltre a questo, la Commissione indipendente dell’Onu nel febbraio del 2014 ha messo a punto un rapporto sulle violazioni dei diritti umani della Corea del Nord; violazioni veramente gravissime. E soprattutto, c’è lo spettro della possibile incriminazione al Tribunale Internazionale dell’Aja di Kim Jong-un per la gravissime violazioni dei diritti umani compiuti in Corea del Nord, in quanto è venuta fuori una situazione veramente drammatica.

D. - Colloqui di alto livello addirittura tra i due Presidenti erano già avvenuti nel 2000, ma poi non si era arrivati ad una soluzione. Quali possono essere gli ostacoli su questa strada della pacificazione e della possibile riunificazione?

R. - Gli ostacoli sono enormi. Come esempio di riunificazione abbiamo quello tedesco: la differenza tra Germania Ovest e Germania Est era 3 a 1; quella tra i due Stati coreani è 18 a 1. Dal punto di vista economico la Germania dell’Est era in condizioni decisamente migliori sotto tutti gli aspetti rispetto alla Corea del Nord; in secondo luogo, non c’è un quadro di sicurezza – che sarebbe necessario - in Asia nordorientale. In questo senso abbiamo visto tutte le dispute tra Giappone, Cina e Paesi del Sud-Est asiatico per questioni territoriali.

D. - Lei ha accennato al contesto internazionale e alla sicurezza. Sono ancora in programma le esercitazioni congiunte tra Sud Corea e Stati Uniti. Cosa potrebbero fare la Corea del Sud e la comunità internazionale, in particolare, per facilitare questo processo di dialogo?

R. - Queste esercitazioni sono massicce e questo spaventa veramente la Corea del Nord. Per facilitare una ripresa di dialogo occorrerebbe un gesto di buona volontà da parte di Stati Uniti e Corea del Sud attraverso la sospensione - magari - per una volta di queste massicce dimostrazioni  di forza. Dal punto di vista internazionale per esempio l’Unione Europea che si è sfilata un po’ da anni dalla questione della politica coreana avrebbe un gran peso: l’Unione Europea è molto ascoltata in Asia Orientale.








All the contents on this site are copyrighted ©.