2014-12-31 21:42:00

L’ultimo messaggio di Napolitano: mettiamocela tutta


Mettiamocela tutta con passione e spirito di sacrificio per uscire dalla crisi. Così Giorgio Napolitano ha concluso il stasera il tradizionale discorso di fine anno, l’ultimo del suo mandato dopo quasi nove anni di presidenza con l’inedita rielezione dell’aprile scorso. Servizio di Giampiero Guadagni:

Ventuno minuti. Tanto è durato il discorso di fine anno del capo dello Stato. Un discorso “speciale e diverso” lo ha definito in apertura lo stesso Napolitano, che come previsto ha annunciato le sue imminenti dimissioni, pur senza indicare una data precisa: “Sto per lasciare, non posso sottovalutare i segni di affaticamento”, ha sottolineato Napolitano, che nel 2015 compirà 90 anni. Il Capo dello Stato ha ripercorso i quasi nove anni del suo mandato: “Ho fatto del mio meglio in questi travagliati anni per difendere l’unità nazionale”. Ha rimarcato che la sue rielezione nell’aprile dello scorso anno, sollecitata dalla quasi totalità delle forze politiche, ha rappresentato un passaggio decisivo per l’avvio della legislatura. E ora, ha aggiunto, “c’è il positivo ritorno alla normalità costituzionale”. Ma quello del Presidente della Repubblica non è stato solo un bilancio: nelle sue parole anche e soprattutto l’indicazione di un percorso per il prossimo inquilino del Quirinale (“la sua elezione sarà una prova di responsabilità e maturità del Parlamento”). Percorso che vede una tappa fondamentale nel completamento delle riforme istituzionali, tema sul quale  Napolitano si è speso sin dal suo primo giorno di presidenza, anche per contrastare l’immagine di Italia instabile; e per  ricostruire il patto di fiducia tra cittadini e istituzioni (“non bisogna cedere alla sfiducia in tutta la politica”). Al centro dell’agenda politica, naturalmente, anche la crisi economica: con la contrazione della produzione, dei consumi, dei redditi; e soprattutto con l’emergenza occupazione, specialmente quella giovanile. Nel semestre di presidenza italiana della Ue, che si concluderà il 13 gennaio, “il governo italiano ha sollecitato un cambiamento delle politiche dell’Unione per dare priorità al rilancio solidale delle nostre economie”. E a proposito, da Napolitano una forte critica al “pericoloso velleitarismo di chi vuole tornare alle monete nazionali”.
Ma i toni più duri, il capo dello Stato li ha riservati alla corruzione, “un sottosuolo di marciume da bonificare”, ha detto Napolitano con esplicito riferimento all’indagine Mafia Capitale. A questi “italiani indegni”, il Presidente ha contrapposto i tanti “italiani esemplari”: l’astronauta Samantha Cristoforetti; la scienziata Fabiola Gianotti; Fabrizio, medico di Emergency che combatte l’Ebola. E tutti coloro che con perizia e generosità hanno soccorso i passeggeri del traghetto in fiamme sulla rotta tra la Grecia e l’Italia.
“Dietro l’angolo c’è sempre il rischio della indifferenza globale denunciato con vigore da Papa Francesco”, ha aggiunto Napolitano. Che ha concluso: “Resterò vicino agli sforzi dell’Italia e degli italiani”.     
Il primo commento è un tweet del premier Renzi: “Autorevolezza e responsabilità: grazie Giorgio”.








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