Mettiamocela tutta con passione e spirito di sacrificio per uscire dalla crisi. Così Giorgio Napolitano ha concluso il stasera il tradizionale discorso di fine anno, l’ultimo del suo mandato dopo quasi nove anni di presidenza con l’inedita rielezione dell’aprile scorso. Servizio di Giampiero Guadagni:
Ventuno minuti. Tanto è durato il discorso di fine anno del capo dello Stato. Un
discorso “speciale e diverso” lo ha definito in apertura lo stesso Napolitano, che
come previsto ha annunciato le sue imminenti dimissioni, pur senza indicare una data
precisa: “Sto per lasciare, non posso sottovalutare i segni di affaticamento”, ha
sottolineato Napolitano, che nel 2015 compirà 90 anni. Il Capo dello Stato ha ripercorso
i quasi nove anni del suo mandato: “Ho fatto del mio meglio in questi travagliati
anni per difendere l’unità nazionale”. Ha rimarcato che la sue rielezione nell’aprile
dello scorso anno, sollecitata dalla quasi totalità delle forze politiche, ha rappresentato
un passaggio decisivo per l’avvio della legislatura. E ora, ha aggiunto, “c’è il positivo
ritorno alla normalità costituzionale”. Ma quello del Presidente della Repubblica
non è stato solo un bilancio: nelle sue parole anche e soprattutto l’indicazione di
un percorso per il prossimo inquilino del Quirinale (“la sua elezione sarà una prova
di responsabilità e maturità del Parlamento”). Percorso che vede una tappa fondamentale
nel completamento delle riforme istituzionali, tema sul quale Napolitano si è speso
sin dal suo primo giorno di presidenza, anche per contrastare l’immagine di Italia
instabile; e per ricostruire il patto di fiducia tra cittadini e istituzioni (“non
bisogna cedere alla sfiducia in tutta la politica”). Al centro dell’agenda politica,
naturalmente, anche la crisi economica: con la contrazione della produzione, dei consumi,
dei redditi; e soprattutto con l’emergenza occupazione, specialmente quella giovanile.
Nel semestre di presidenza italiana della Ue, che si concluderà il 13 gennaio, “il
governo italiano ha sollecitato un cambiamento delle politiche dell’Unione per dare
priorità al rilancio solidale delle nostre economie”. E a proposito, da Napolitano
una forte critica al “pericoloso velleitarismo di chi vuole tornare alle monete nazionali”.
Ma i toni più duri, il capo dello Stato li ha riservati alla corruzione, “un sottosuolo
di marciume da bonificare”, ha detto Napolitano con esplicito riferimento all’indagine
Mafia Capitale. A questi “italiani indegni”, il Presidente ha contrapposto i tanti
“italiani esemplari”: l’astronauta Samantha Cristoforetti; la scienziata Fabiola Gianotti;
Fabrizio, medico di Emergency che combatte l’Ebola. E tutti coloro che con perizia
e generosità hanno soccorso i passeggeri del traghetto in fiamme sulla rotta tra la
Grecia e l’Italia.
“Dietro l’angolo c’è sempre il rischio della indifferenza globale denunciato con vigore
da Papa Francesco”, ha aggiunto Napolitano. Che ha concluso: “Resterò vicino agli
sforzi dell’Italia e degli italiani”.
Il primo commento è un tweet del premier Renzi: “Autorevolezza e responsabilità: grazie
Giorgio”.
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