2014-12-23 14:15:00

Card. Cleemis al governo indiano: fermare le conversioni forzate


Per fermare le conversioni forzate in India non c’è bisogno di una nuova legge, occorre piuttosto un intervento del governo per assicurare l’applicazione della normativa esistente e il rispetto dalla laicità dello Stato sancito dalla Costituzione. E’ quanto afferma il presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), il cardinale Baselios Cleemis, in una dichiarazione diffusa ieri in cui esprime forti preoccupazioni per le notizie da diverse parti del Paese di nuove conversioni forzate di massa da parte dei fondamentalisti indù.

Preoccupazione per nuove conversioni forzate di massa all’induismo
L’ultima – riporta l’agenzia Ucan - è avvenuta domenica nel Gujarat, lo Stato di origine del Primo Ministro filo-induista Narendra Modi, dove 200 cristiani tribali sono stati costretti a tornare all’induismo da gruppi radicali del Vishwa Hindu Parishad (Vhp). “Fermare queste derive è improcrastinabile per la crescita e il progresso del nostro Paese, la cui laicità, diversità e pluralismo è da secoli parte integrante della sua cultura”, afferma il card. Cleemis che è anche membro del Consiglio Nazionale per l’Integrazione.

Assicurare pluralismo e libertà religiosa in India
“Una società laica non può incoraggiare conversioni con la forza o con l’induzione” che “mettono in ridicolo” l’India agli occhi del mondo. Per il porporato tuttavia, una nuova legge anti-conversioni andrebbe nella direzione opposta e sembra piuttosto “una mossa premeditata e una violazione dei diritti costituzionali” Di qui il reiterato appello al Governo guidato dal Partito nazionalista Bharatiya Janata Party (Bjp) a prendere misure concrete per “tutelare la libertà di religiosa e di culto” in India. (A cura di Lisa Zengarini)








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