2014-12-16 16:58:00

Strage di bambini in Pakistan. Bhatti: un orrore


Orrore in una scuola a Peshawar, in Pakistan, dove un commando composto da nove talebani ha provocato la morte di oltre 141 persone, tra cui almeno 130 studenti, in gran parte bambini. Il premier pakistano Nawaz Sharif, giunto a Peshawar, ha definito l’attacco “una tragedia nazionale”. Il presidente americano Barack Obama parla di “terrificante” azione terroristica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’attacco è una lunga, drammatica sequenza di orrori. Nove uomini, con indosso giubbotti imbottiti di esplosivo, irrompono in una scuola scuola e tengono in ostaggio, per diverse ore, oltre 500 persone, tra cui insegnanti e soprattutto studenti. La scuola, frequentata da alunni dai 6 ai 16 anni e in prevalenza figli di ufficiali dell’esercito pachistano, diventa teatro di un’orribile strage. Alcuni testimoni hanno riferito che gli attentatori sono entrati nelle classi uccidendo bambini e ragazzi con un colpo di pistola alla testa. I terroristi avrebbero anche dato fuoco ad un insegnante e costretto gli alunni a guardare l’uomo mentre moriva. E’ uno dei giorni più bui della storia dell’umanità, sottolinea l’attivista indiano Satyarthi, premio Nobel per la pace 2014 insieme alla pakistana Malala che parla di “atto di terrorismo assurdo e spietato”. L’attacco si è concluso dopo numerose ore con l’uccisione dei nove terroristi. Un portavoce dei talebani, rivendicando la strage, ha dichiarato che si è trattato di una vendetta per una recente operazione condotta dall’esercito pachistano nella regione tribale del Waziristan.

Su questa orribile strage Francesca Sabatinelli ha intervistato Paul Bhatti, leader della Alleanza delle minoranze pakistane:

R. – E’ un orrore. Dire che è una cosa che fa star male, è poco. E’ una cosa terribile, contro qualsiasi insegnamento religioso, contro qualunque ideologia umana: è inconcepibile una violenza di questo tipo. E io vorrei che lo Stato pakistano, e in particolare il governo attuale, prenda serie misure per eliminare questo tipo di violenza dal Pakistan: che non è soltanto contro il Pakistan, ma contro il mondo intero, contro l’umanità.

D. – In più, che cosa dovrebbe fare il governo? Dovrebbe cambiare completamente strategia?

R. – Anche se i terroristi erano sei, erano altamente preparati e questo non accade solo nel nord del Pakistan, ma è diffuso in tutto il Paese. E questo è frutto di quelle scuole nascoste, nelle quali si fa il lavaggio del cervello ai bambini proprio con questo obiettivo: che loro vivono, uccidono e muoiono in nome di questa ideologia. Fino ad adesso, noi non abbiamo visto passi concreti da parte del governo: che si impegnino a identificare queste scuole e a eliminare questa ideologia e identificare i bambini che sono, essi stessi, le prime vittime di questa ideologia. E questo non è stato fatto, nessuno lo fa. Condannano puntualmente, questo va bene, ma qui c’è bisogno di identificare la base di questo odio e di questa violenza che, secondo me, si trova in quelle istituzioni dove crescono queste persone che poi diventano terroristi. Di fronte a questo attacco, poi così orribile, si chiede veramente non solo un ulteriore impegno da parte nostra, ma anche da parte della comunità internazionale, passi concreti, ma anche strategie a lungo e medio termine. Perché altrimenti non riusciremo a venire fuori da questa situazione.

Mobeen Shahid, docente di Pensiero e religione islamica alla Pontificia Università Lateranense e fondatore dell’Associazione internazionale “Pakistani cristiani in Italia”:

"Negli ultimi due anni di azione, il TTP ha piuttosto attaccato target dove le Forze armate erano presenti. Finora sono stati sempre attacchi contro le forze armate nei punti strategici. Questa volta, la loro azione si è allargata alle zone civili, come le scuole, che si trovano in zone all’interno della città, si tratta di zone governate dalle forze armate all’interno delle quali ci sono poi le scuole dove i figli degli ufficiali vanno a studiare, dalle elementari fino alle superiori, e vengono chiamate Army public school. In questo caso, i talebani ha voluto dare una lezione alle forze armate attaccando queste scuole di formazione che secondo loro sono sul modello occidentale per cui sono contro la "sharìa" islamica. Questo tipo di attacco è in sintonia in realtà anche con il fenomeno che troviamo in Nigeria, come Boko Haram dove si vieta l’educazione sul modello occidentale. Non mi sorprenderei che i talebani comincino ad attaccare anche altre scuole sul territorio nazionale.








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