2014-12-14 12:15:00

Foto d'epoca raccontano Gerusalemme, città della luce


“Jerusalem: figure della promessa” è il titolo del volume fotografico che racconta la città santa attraverso le immagini del fotografo Giovanni Chiaramonte. Il libro, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, raccoglie gli scatti dell’autore durante la sua permanenza a Gerusalemme nel 1988. Un viaggio tra luoghi sacri e angoli poco noti, nella città dove l’umano e il divino si incontrano. Il servizio di Michele Raviart:

Una coppia di turisti siede su un muretto davanti la sinagoga Hurva, ancora in rovina dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. Accanto a loro, nel quartiere ebraico della città vecchia, due militari si riposano sotto il sole. E’ l’immagine di bellezza e contraddizione che apre il volume “Jerusalem”, nato da un viaggio di Giovanni Chiaramonte, che nella metà degli anni ’80 lascia Berlino per Gerusalemme, alla ricerca delle radici profonde dell’Occidente.

“Gerusalemme è sicuramente la città della soglia in cui l’uomo incontra il divino, quel divino che si fa parola, che si pone come la parola, come il totalmente altro dal mondo e che pure nel mondo risuona come parola e che poi in quel Messia che è Gesù si fa visibile. Tutto questo mio lavoro a Gerusalemme nasce da questa esperienza di essere sulla soglia, sulla soglia del Dio di Abramo”.

Le 36 foto, tirate fuori dagli archivi per una mostra alla biennale di Venezia in occasione dei 500 anni del ghetto ebraico - il primo in Europa - raccontano di scorci del Muro del pianto, di paesaggi millenari del Monte degli Ulivi, di un sole cocente che rende bianca la spianata delle Moschee. Ed è proprio la luce una delle chiavi di lettura del volume, come spiega ancora l’autore, raccontando uno dei suoi scatti preferiti:

“La Via dolorosa, totalmente vuota perché era nel giorno degli scontri della prima intifada: il sole che in un mattino penetra nel buio di questa antica Gerusalemme, nell’attesa che Dio si faccia ascoltare dai nostri cuori duri. E quindi questa immagine è proprio tale costante presenza e richiamo della luce che dobbiamo ritornare a vedere: nella luce, la luce della luce”.

In chiusura del libro, alcuni testi del poeta Umberto Fiori:

“E’ molto impegnativo scrivere su Gerusalemme, figuriamoci, con tutto quello che è stato scritto, con l’importanza che ha questa città. Le immagini di Gerusalemme che ci sono in questo libro sono a volte immagini anche molto enigmatiche, che non si riferiscono a luoghi precisi, che non sono descrittive e quindi ho cercato di fare la stessa cosa con le parole. C’è a un certo punto il Santo Sepolcro e sono partito da quello, che era un muro con dei graffi e dei tagli, che naturalmente non è un muro qualsiasi. A partire da quello ho messo giù delle parole, ma senza fare un discorso, sono delle cose minime che però penso rispettino il punto di vista del fotografo”.

Sarà possibile vedere le foto esposte alla Libreria internazionale Paolo VI a Roma, in via della Propaganda, fino al 6 gennaio.








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