2014-12-14 18:32:00

Assemblea del Pd. Renzi alla minoranza: basta diktat


Alta tensione oggi all’assemblea del Pd tra il premier e segretario Renzi e la minoranza del partito sul percorso delle riforme e sulla democrazia interna. Ma nessuno vuole parlare di scissione. Dal fronte dell’opposizione,  Berlusconi insiste per la scelta di un capo dello Stato condiviso e adeguato all’incarico. Servizio di Giampiero Guadagni:

Nella tarda serata di ieri l’ultimo strappo: la minoranza del Pd per evitare di votare no è uscita dalla commissione affari costituzionali della Camera al momento dell’approvazione del disegno di legge del governo con la riforma di bicameralismo e titolo V della Costituzione. Il testo approderà martedì in aula. Ora basta, pretendo lealtà, ha ribadito oggi con forza Renzi all’assemblea del Pd, grandi assenti D’Alema e Bersani. Ai dissidenti del partito Renzi dice: non voglio tornare al voto, resterò segretario fino al 2017, premier fino al 2018; ma nel frattempo dobbiamo cambiare insieme l’Italia, dopo 20 anni persi senza avere rispettato le promesse. Ma l’ala sinistra del Pd non ci sta. Duro soprattutto l’intervento di Fassina. Durante l’infuocata assemblea unico momento di coesione la standing ovation per Napolitano. Sul successore al Quirinale, Renzi spiega: discuteremo al nostro interno e poi parleremo con gli altri. E sul tema interviene anche Berlusconi, per il quale conseguenza logica del Patto del Nazareno è la scelta per il Colle di una persona adeguata all’alta carica istituzionale. Quel Patto vale solo per le riforme, la replica del Pd.








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