2014-12-12 08:07:00

In Siria e Iraq operazioni contro lo Stato Islamico


Siria e Iraq ancora nella morsa del conflitto scatenato dall’avanzata del sedicente Stato Islamico. Desta orrore, intanto, la decapitazione, nel Paese del Golfo, di quattro giovani cristiani che si erano rifiutati di convertirsi all’Islam. Il servizio di Giancarlo La Vella:

In Siria regna il caos: diversi i conflitti in corso, quello tra lealisti e oppositori e quello contro l’Is. I jihadisti costituiscono il trait d’unione con la situazione altrettanto preoccupante in Iraq. Qui la guerra contro l’Is sta sempre più diventando un confronto tra fazioni islamiche. Il leader sciita iracheno Moqtada al-Sadr ha allertato i suoi miliziani su un’imminente operazione contro i miliziani dello Stato Islamico, che stanno minacciando la città santa di Samarra, nell'Iraq centrale. Contro i miliziani fondamentalisti mobilitate anche le forze armate irachene, che hanno lanciato una vasta operazione nella provincia di al-Anbar nell'ovest dell'Iraq. Intanto si conferma la barbara decapitazione di quattro adolescenti cristiani, che avrebbero rifiutato la conversione forzata all'Islam imposta dai miliziani dell’Is. Giada Aquilino ne ha parlato con mons. Saad Sirop Hanna, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, raggiunto telefonicamente a Erbil:

R. – Vivono in una situazione molto difficile, non hanno casa: abitavano nelle tende. Adesso abitano in caravan che però non bastano per tutti: ci sono ancora famiglie che sono accolte dai vicini o in altri luoghi, forse 15 persone dormono nella stessa stanza, non c’è il lavoro, non c’è il necessario nemmeno dal punto di vista economico per il sostentamento della famiglia e tutto ciò rende la situazione, la vita molto fragile e difficile. La Chiesa sta lavorando; ha fatto tanto per queste persone. Ma il loro numero è enorme: i villaggi che sono stati presi e distrutti sono molti. Tanta gente si trova qui e purtroppo la situazione delle famiglie è davvero difficile.

D. – Che Natale sarà questo?

R. – Un Natale che sarà vissuto con tanta sofferenza. Forse sarà un’occasione per ricordare i tempi difficili del Vangelo. Noi, come Chiesa, come pastori, come vescovi, come preti cerchiamo comunque di seminare sempre la speranza nei cuori della nostra gente, pur sapendo che è molto difficile. Soprattutto, l’intero quadro politico non aiuta a stabilizzare un po’ la situazione. Dunque, un Natale che verrà vissuto proprio con tanta nostalgia della pace, della speranza, dell’amore, della prosperità, della tranquillità di vita. Che Dio ci aiuti a dare una bella testimonianza, perché non è facile farlo.








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