2014-12-11 08:10:00

Vescovi irlandesi: rispettare i diritti dei profughi


“Un intervento urgente per proteggere i diritti dei crescente numero di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati nel mondo”. E’ l’appello rivolto dai vescovi irlandesi in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani celebrata ieri. “Mentre la crisi umanitaria all’origine di queste migrazioni si aggrava – afferma il messaggio - questa Giornata è un’occasione per ricordare l’impegno che si è assunto la comunità internazionale per la protezione dei diritti umani e della dignità della persona umana”.

Citando il severo monito rivolto all’Europa da Papa Francesco a Strasburgo a non lasciare diventare il Mediterraneo un “grande cimitero”, i vescovi irlandesi richiamano l’urgente necessità di rivedere i sistemi di accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo anche in Irlanda e nel Regno Unito. Sistemi – affermano - che “emarginano ed escludono queste persone, impediscono loro di lavorare e di integrarsi nella società”.

Il messaggio ricorda in proposito che l’80% dei rifugiati nel mondo sono oggi ospitati in Paesi in via di sviluppo. Paesi come la Giordania e il Libano, ad esempio, hanno accolto in questi tre anni più rifugiati dalla Siria di qualsiasi altro Paese, mentre altri Stati lontani dalla regione hanno accettato di ospitarne al massimo 50mila, appena il 2% del totale.

“Le conseguenze devastanti di questa inadempienza della comunità internazionale all’obbligo di proteggere le popolazioni civili coinvolte in conflitti”, affermano i vescovi irlandesi si possono riscontrare anche in molti altri Paesi nel mondo, tra i quali l’Iraq dove centinaia di migliaia di persone sono state costrette alla fuga per la loro appartenenza religiosa. Queste persone – evidenziano – non sono solo vittime delle indicibili violenze perpetrate nei loro Paesi, ma diventano facili prede del traffico di esseri umani. Come denunciato da Papa Francesco a Lampedusa, ci sono infatti persone che “sfruttano la povertà degli altri, persone per le quali la povertà degli altri è una fonte di guadagno”.

Di qui, in conclusione, il rinnovato appello a quella “generosa apertura” invocata nella “Evangelii Gaudium”, che riconosca che “l’immigrazione e la diversità culturale possono arricchire le nostre vite” e la preghiera perché i profughi “possano trovare pace, sicurezza e accoglienza”. (L.Z.)








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