2014-12-10 13:43:00

Unhcr: oltre 3.400 i migranti morti nel 2014 nel Mediterraneo


“Attenzione a non distogliere l’attenzione dall’impegno di salvare vite umane”. E’ l’avvertimento dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati che oggi ha denunciato il bilancio dei migranti morti nel Mar Mediterraneo nel 2014, anno in cui oltre 348mila persone in tutto il mondo hanno affrontato traversate dei mari in cerca di asilo e migliori opportunità. Servizio di Francesca Sabatinelli:

È stata definita la strada più mortale del mondo: il Mediterraneo, dove il 2014 ha visto morire 3.419 persone tra coloro che prendevano il mare in cerca di salvezza, dalla povertà o dalle guerre. L’Unhcr rileva che, dall’inizio dell’anno, i migranti che hanno tentato di attraversarlo sono stati 207mila, tre volte di più del 2011, anno record, quando a fuggire dai Paesi in piena primavera araba furono in circa 70mila, essenzialmente dalla Libia. Stretta da conflitti al sud, quello della Libia, a est, dell’Ucraina e a sud-est, di Siria e Iraq, l’Europa si confronta con il più alto numero di arrivi via mare, con i richiedenti asilo che ne rappresentano il 50% circa, provenienti soprattutto da Siria ed Eritrea, dal primo in fuga per la guerra che è in corso, dal secondo per scappare da una dittatura sanguinaria, dal servizio militare obbligatorio che dura anche una vita, da minacce, arresti arbitrari e tortura. Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa:

"E’ importante mettere a punto un’azione concertata, un’azione comune, perché purtroppo le cause che spingono così tante persone a lasciare i loro Paesi non hanno finora trovato una soluzione. Ricordiamoci che la Siria è il Paese che vede il più grande numero di rifugiati al mondo in questo momento: sei milioni e mezzo circa, più sei milioni e mezzo di persone che stanno fuggendo dalle loro case all’interno della Siria".

LOnu critica aspramente le politiche migratorie degli Stati europei, stigmatizzando l’atteggiamento teso più a mantenere gli stranieri fuori dai propri confini che al rispetto del diritto d’asilo. E’ la peggior reazione da avere, è la denuncia dell’Alto Commissario Antonio Guterres, in un periodo in cui un numero record di persone fugge dalla guerra.  “Le politiche – spiega – devono essere progettate in modo che le vite umane non finiscano col diventare danni collaterali”. Ancora Carlotta Sami:

"In questo momento, siccome le cause non hanno trovato una soluzione, è importante continuare a mantenere alta la priorità del salvataggio di vite umane in mare. Nel 2014 l’Italia, con Mare nostrum, ha fatto moltissimo. Mare nostrum è terminata e c’è ora un’operazione di tipo diverso (Triton, affidata all’agenzia Frontex ndr), che innanzitutto pattuglia le frontiere. E’ importante invece che vengano messi a disposizione mezzi, tecniche e organizzazione, tali da poter pattugliare un’ampia area del Mediterraneo, perché purtroppo, ripeto, i rifugiati, in particolar modo dalla Siria, continueranno a fuggire, la guerra non finisce, e questo mette a rischio moltissimo le persone. Quindi, l’altro messaggio che noi mandiamo all’Europa, e abbiamo fatto un appello molto chiaro, è di dare la possibilità a questi rifugiati di arrivare in Europa in modo sicuro. Al momento non esiste un modo sicuro e legale per un rifugiato di entrare in Europa se non attraverso quei pochi posti che vengono messi a disposizione con i programmi di reinsediamento e abbiamo chiesto che questi numeri aumentino".

I governi - è quindi la conclusione dell’Unhcr - “non si stanno dimostrando né in grado di arginare il fenomeno, né di porre fine alla tragica morte di numerose persone lungo il percorso”. Vanno quindi guardati e affrontati i motivi che producono questi flussi, e soprattutto va capito come intervenire per bloccare le reti criminali che prosperano con questo turpe commercio.








All the contents on this site are copyrighted ©.