2014-12-09 13:49:00

ISTAT: nel 2013 record di italiani in fuga dall'Italia


L'Italia attrae meno gli immigrati. Nel 2013, gli arrivi sono stati 307 mila, 43 mila in meno rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell’Istat sulle migrazioni internazionali e interne della popolazione residente. Mai così tanti, poi, gli italiani in fuga dal proprio Paese. Il servizio di Adriana Masotti:

All’Italia si guarda di meno, ma l’Italia rimane comunque meta di consistenti flussi migratori dall’estero. 307 mila, tra italiani e stranieri, le iscrizioni all’anagrafe nel 2013, il 12,3% in meno rispetto all’anno precedente. La comunità straniera più rappresentata tra gli immigrati è quella rumena che conta 58 mila nuovi iscritti, 23 mila unità in meno rispetto al 2012. Seguono le comunità del Marocco (20 mila), della Cina (17 mila) e dell'Ucraina (13 mila). Nel 2013, le cancellazioni di cittadini stranieri residenti sono cresciute del 14,2% rispetto al 2012. Il commento di Enrico Tucci, ricercatore del Servizio struttura e dinamica demografica dell’Istat:

"Un primo commento che va fatto riguarda il livello dell’immigrazione che negli anni passati era molto alto. Il livello che si è avuto nei dieci anni precedenti difficilmente poteva durare a lungo. Quindi, che ci fosse un calo era anche abbastanza fisiologico. Però, chiaramente, questa minore attrattività dell’Italia nei confronti dell’estero è dovuta anche a fattori legati alla situazione economica del Paese. E, quest’ultima osservazione è confermata dal fatto che sono anche aumentati i rientri dei cittadini stranieri che tornano nel loro Paese di origine, oppure si spostano in un altro Paese europeo dove pensano di poter migliorare la loro situazione economica e lavorativa".

Secondo i dati Istat, il 2013 segna il dato record degli ultimi dieci anni riguardo agli italiani emigrati all’estero: 82 mila quelli che hanno lasciato l’Italia, il 20,7% in più rispetto all’anno precedente. Quelli rientrati sono invece 28 mila, mille in meno rispetto al 2012. Le principali mete di destinazione degli emigrati sono il Regno Unito (13 mila emigrati), la Germania (oltre 11 mila), la Svizzera (10 mila) e la Francia (8 mila). Lasciano il Belpaese soprattutto persone giovani e oltre il 30% di loro possiede una laurea. Sentiamo il dott.Tucci:

"Il dato degli emigrati italiani è sicuramente in forte aumento. Siamo passati da 68 mila a 82 mila emigrati di cittadinanza italiana in un solo anno. L’incremento è molto forte anche rispetto all’anno precedente, però diciamo che se si confronta questo dato al periodo pre-crisi, al 2008 ad esempio, questo numero è più che raddoppiato. Chi si sposta è principalmente di genere maschile: è un giovane dell’età compresa tra i 20 e i 45 anni nel 60% dei casi ed ha un titolo di studio medio-alto. I due terzi dei cittadini italiani che emigrano hanno almeno un diploma".

Mettendo insieme i due dati, il fatto che ci siano meno arrivi dall’estero e più partenze, si vede la popolazione italiana orientata a una diminuzione nel suo complesso. Una fotografia che il dott. Tucci conferma:

"Sì, questo in parte è vero, nel senso che noi abbiamo un saldo naturale – cioè la differenza tra le persone che nascono e quelle che muoiono – che è negativo. Però, l’immigrazione dall’estero continua più che a compensare questa perdita di popolazione. Il fatto che questo saldo migratorio stia fortemente diminuendo e che il saldo naturale continui a essere sempre più negativo, negli anni, neanche tantissimi, lascia prevedere che ci sia un’inversione di tendenza, cioè che la popolazione italiana, che ancora oggi continua a crescere, poi inizi ad invertire questa tendenza, ovvero a decrescere. Il dato secondo me che va evidenziato è il fatto che chi parte, in genere, è una forza lavoro ben istruita e sono sempre meno gli immigrati stranieri che la rimpiazzano".

Infine, nel 2013 i trasferimenti di residenza interni al territorio nazionale hanno coinvolto 1 milione 362 mila individui, quasi tutti italiani, confermando l'attrattività delle regioni centro-settentrionali nei confronti di quelle meridionali. Ancora il dott. Tucci:

"Si, rimane comunque forte il flusso migratorio tradizionale, che riguarda in prevalenza cittadini italiani che si spostano dal Mezzogiorno al Centro-Nord. Il fatto nuovo è che negli ultimi dieci anni è calata molto l’attrattività delle regioni nordorientali come le Marche e l’Emilia Romagna. Anche nell’ultimo anno hanno fatto registrare un forte calo delle iscrizioni dal Mezzogiorno. Invece, rimangono stabili i flussi migratori che dal Mezzogiorno si dirigono verso le regioni nordoccidentali, Piemonte e Lombardia. Su questo ha inciso anche molto questa situazione economica, che ha colpito maggiormente le regioni che si erano sviluppate di più negli ultimi anni".








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