2014-12-09 12:53:00

Filippine. Si contano i danni del tifone Hagupit


E’ salito a 27 morti il bilancio del super tifone "Hagupit" che, con venti a 210 km/h, sabato scorso si si è abbattuto sulle Filippine, sfiorando la capitale Manila. Il maggior numero di decessi si conta sull’isola orientale di Samar, già colpita dal tifone Haiyan che nel novembre 2013 provocò ottomila tra morti e dispersi. In prima linea nei soccorsi agli sfollati, circa un milione, c’è la Caritas che ha messo a disposizione chiese e seminari. Lo conferma Irene Broz della squadra di emergenza di Caritas Internationalis, intervistata da Paolo Ondarza:

R. – Effettivamente, sono state evacuate un milione di persone. Alcune sono potute tornare nelle loro case, altre sono ancora nei centri di accoglienza. Si calcola che due milioni di persone siano state colpite. I dati non sono ancora certi, perché sono in corso le valutazioni dei bisogni, le telecomunicazioni hanno subito danni tali che non permettono di avere un normale flusso di informazioni, per cui i dati certi emergeranno nei prossimi giorni.

D. – E per quanto riguarda i danni alle abitazioni?

R. – Anche su quello sono in corso le valutazioni del caso per cui non abbiamo ancora dati certi.

D. – L’azione di Caritas è stata tempestiva?

R. – Assolutamente si. Dopo l’impatto di Haiyan e tutte le conseguenze c’era una grossa paura legata all’arrivo di Hagupit, però la preparazione è stata ottima sia da parte del governo che da parte della rete Caritas Filippine che, in collaborazione con la diocesi, ha cominciato a organizzare piani di emergenza tre giorni prima dell’arrivo del tifone. Caritas ha mobilitato fondi a livello locale e ha anche lanciato un appello di raccolta di fondi. Si può dire che la reazione sia stata rapida ed efficace.

D. – Hagupit ha colpito in particolare l’isola orientale di Samar, ma non solo. Come si caratterizza la popolazione interessata?

R. – Parte della traiettoria di Hagupit è la stessa di Haiyan. Molte di queste persone vivono di agricoltura, di pesca e si trovavano nel processo di ripristinare le loro vite dopo Haiyan.

D. – È una zona in fase di ricostruzione che ha subito ulteriori danni?

R. – L’impatto è doppio per parte della traiettoria di Hagupit, non tutta. Però, per quanto riguarda Samar effettivamente le persone colpite in parte sono le stesse che hanno subito danni in seguito ad Haiyan.

D. – Possiamo parlare sicuramente di un danno forte, ingente in termini di vite umane. Un danno in termini economici e a livello psicologico per queste persone…

R. – Certo. La paura di Hagupit era anche legata ai traumi subiti da Haiyan che sono ancora più che vivi nella memoria della popolazione. Per cui, assolutamente c’è anche un danno a livello psicologico, emotivo che non è da sottovalutare.

D. – Come si può contribuire all’azione di Caritas?

R. – Le donazioni a Caritas Internationalis saranno devolute alla risposta ad Hagupit. Dato che le valutazioni sono in corso, non abbiamo ancora una scala precisa dei danni e delle necessità a cui rispondere. In ogni caso, è sufficiente fare una donazione a Caritas Internationalis con un menzione specifica per le Filippine, per la risposta ad Hagupit. Questi soldi in seguito saranno devoluti a Caritas Filippine.

D. – Parrocchie, seminari sono stati messi a disposizione degli sfollati e tra un mese il Papa sarà nelle Filippine: a Toclaban incontrerà i superstiti di Haiyan. La gente sente questa vicinanza della Chiesa?

R. – Assolutamente sì. Si può dire che nelle Filippine la visita del Papa sia uno degli eventi che suscita più interesse e più aspettative da parte della popolazione. La risposta della Chiesa è stata forte. Anche in questo caso la Chiesa è molto vicina alle popolazioni toccate, per cui la visita del Papa è sicuramente molto significativa e sarà accolto nel migliore dei modi.








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