2014-12-07 16:42:00

Il mariologo Grasso: dogma Immacolata segno per umanità rinnovata


Papa Francesco si recherà, domani pomeriggio, in Piazza di Spagna a Roma per il tradizionale omaggio alla Statua dell’Immacolata. Alla vigilia di questa visita, il prof. Antonino Grasso, docente di mariologia all’Istituto Superiore di Scienze religiose San Luca di Catania, si sofferma sul dogma dell’Immacolata Concezione. L’intervista è di Federico Piana:

R. – L’Immacolata Concezione è uno dei quattro dogmi mariani – maternità divina, perpetua verginità e assunzione al Cielo in anima e corpo – proclamato da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854, con la Bolla Ineffabilis Deus. Questo dogma afferma che Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal primo momento del suo concepimento. E’ stata concepita da sua madre non portando con sé il peccato originale che invece da Adamo ed Eva, tutti portiamo con noi al momento del concepimento. Questa liberazione dal peccato originale e la conseguente pienezza di grazia di cui è rivestita Maria non sono frutto della sua fede o di qualche suo merito, ma solo un dono gratuito di Dio. Ora la Concezione Immacolata si festeggia l’8 dicembre, cioè durante l’Avvento, ed è perciò collegata alla preparazione del Natale di Gesù. Questo, in sostanza, vuol dire che Dio ha preservato Maria dalla colpa d’origine proprio per preparare una degna dimora al suo Figlio incarnato. E anche Pio IX, nella Bolla definitoria del dogma, lega questo evento indissolubilmente a Cristo.

D. – Qual è il senso, oggi, del dogma dell’Immacolata? Cosa ci insegna oggi?

R. – Anzitutto, l’Immacolata Concezione rappresenta l’umanità come immagine di Dio non deformata dal peccato, in cui la Creazione è stata ri-plasmata. Ella appartiene al disegno primigenio di Dio, anteriore alla caduta dell’umanità. Ella sorge come la fresca aurora in cui è simbolicamente racchiusa tutta la nuova Creazione, purificata e ritornata allo splendore originale ad opera di Cristo. Guardando perciò all’Immacolata, ci accorgiamo che è possibile un nuovo inizio per un’umanità rinnovata, perché in lei – grazie al sacrificio del Figlio – tutta la Creazione ha ri-celebrato i suoi sponsali con il Cielo, la carne si è riconciliata nuovamente con lo spirito e l’Uomo può perciò ritornare – come afferma la Scrittura – a saltare di gioia davanti al suo Dio. La conseguenza logica di tutto questo è che a Maria, prima e pienamente redenta, devono guardare i cristiani come al perfetto modello di quella vita pura e immacolata a cui sono chiamati, con l’aiuto della grazia del Signore. La “tutta Santa” continua ad essere nella Chiesa, come attesta la costante esperienza dei Santi, la guida sicura che conduce alle vette della perfezione evangelica e ricorda costantemente a tutti i battezzati, la perfezione della santità, la chiamata alla santità.








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