2014-12-05 13:11:00

Seminario futuro media: investire su giovani e social network


Dove sta andando la comunicazione globale? Quanto e come influiranno i social network sull'informazione tradizionale? Sono alcune delle domande intorno a cui é ruotato il Seminario promosso dal Centro Studi Americani di Roma sul tema "Il futuro dei media" che ha visto la partecipazione di alcuni tra i più importanti giornalisti statunitensi. Tutti i relatori hanno concordato che la rivoluzione digitale farà sempre più sentire il suo peso sui media tradizionali. E questo soprattutto per la spinta che stanno dando su questo fronte le nuove generazioni. Il produttore di Cbs News, Jeff Fager, per esempio, ha evidenziato che negli Usa nessun media, piccolo o grande, può prescindere dai social network e tuttavia - anche in un ambiente mediatico radicalmente mutato rispetto a pochi anni fa - resta la "fame" di contenuti informativi. Dal canto suo, il caporedattore del Wall Street Journal, Gerard Baker, ha affermato che il successo dei social media, come Twitter, deriva anche dalla ricerca da parte della gente di una visione alternativa dei fatti, rispetto a quella proposta da giornali, radio e tv.

L'irruzione del digitale - ha poi commentato il direttore del Bloomberg Media Group, Justin Smith - ha cambiato anche il modo di raccogliere la pubblicità con conseguenze significative su come i media si finanziano. La strada seguita negli Usa, ha proseguito, é quella di investire soldi ed energie su più piattaforme con la difficoltà di seguire processi in continua e rapida evoluzione. I media tradizionali, ha quindi osservato, devono investire sui giovani talenti per "agganciare" il cambiamento radicale impresso da Internet e in particolare dalle Reti Sociali. Opinione condivisa dal vicepresidente della Cnn, Ed O'Keefe, secondo cui bisogna andare dove sta il pubblico altrimenti si diventa irrilevanti e oggi sempre più persone s'informano sui social network. Alla Cnn, ha rivelato, la sfida oggi non é tanto essere la prima azienda televisiva al mondo, ma la prima azienda digitale. Non a caso, ha affermato, nel lavoro della Cnn sempre più si parte dalla domanda se un video andrà bene per il web e successivamente per la tv.

La condivisione é sempre più importante, ne é convinto anche David Carr. L'editorialista del New York Times ha tuttavia avvertito che non si può scommettere tutto su Facebook o Twitter perché non sappiamo al momento cosa accadrà da qui ai prossimi anni. Di certo, ha sottolineato, i giornalisti sono chiamati ad essere sempre più preparati ad usare un linguaggio visuale perché questo é quello più congeniale ai social media come dimostra il successo di You Tube. (A cura di Alessandro Gisotti)








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