2014-12-03 11:55:00

Vescovo di Delhi condanna rogo della chiesa


Un atto da condannare "non solo perché blasfemo e compiuto in odio alla comunità cristiana, ma anche perché è avvenuto nella capitale del Paese, già martoriato da altri incidenti di natura interreligiosa". Così mons. Anil Couto, arcivescovo di Delhi, ha commentato il rogo appiccato alla chiesa di san Sebastiano, nella periferia orientale della metropoli, il 1° dicembre scorso.

Per il momento, la polizia non ha ancora arrestato nessuno in relazione all'incendio, la cui natura dolosa è confermata dal ritrovamento di due taniche vuote di cherosene.

Ieri mattina, migliaia di manifestanti hanno bloccato Vikas Marg, una delle strade principali di Delhi, chiedendo un'indagine efficace sul rogo.

Contattato dall'agenzia AsiaNews, Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), definisce l'incendio della chiesa di san Sebastiano "una macchia sul tessuto laico dell'India. La sacra stagione dell'Avvento è sempre presa di mira da elementi anti-sociali, che vogliono alimentare sospetto, discordia e disarmonia religiosa tra le comunità".

Secondo il leader cristiano, "la protezione e la sicurezza dei luoghi di culto sono doveri urgenti che competono alle autorità. L'incendio doloso della chiesa di san Sebastiano costituisce una violazione del diritto dei cattolici alla libertà religiosa. Il governo centrale e l'amministrazione locale hanno fallito nel garantire tale diritto e non possono abdicare la loro responsabilità. I colpevoli devono essere messi in stato di accusa e bisogna assicurare le garanzie costituzionali alla pacifica comunità cristiana dell'India". (N.C.)








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