Sono passati trent’anni dal più grave incidente industriale della storia. Era il 3 dicembre del 1984. Dalla fabbrica di pesticidi della multinazionale Unione Carbide a Bhopal, in India, fuoriuscirono circa 40 tonnellate di isocianato di metile, un prodotto tossico utilizzato per produrre antiparassitari. Furono oltre 3.700 le persone a perdere la vita subito dopo quella sciagura. Altre 15 mila sono morte negli anni successivi e più di 600 mila hanno subito danni permanenti. Su questa tragedia, Lydia O'Kane ha intervistato l’arcivescovo di Bhopal, mons. Leo Cornelio:
R. – From the beginning, the Church
has been very much involved in the relief work.…
Fin dall’inizio, la Chiesa è stata
fortemente coinvolta nell’opera di assistenza e di soccorso. Al tempo della sciagura,
la Chiesa – con l’allora arcivescovo De Souza – è stata molto attiva. L’arcivescovo
mobilitò religiosi, sacerdoti e laici e grazie alla collaborazione di tanti volontari,
furono assistite molte persone. Erano stati istituiti campi per l’accoglienza, Centri
medici. Veniva fornito cibo e protezione, tutto era stato organizzato. E poi, gradualmente,
le condizioni della gente accolta sono migliorate. C’erano tantissime persone, soprattutto
nei locali della stazione ferroviaria e nelle vicinanze della fabbrica dove era avvenuta
la sciagura. I morti furono migliaia. E furono molte migliaia le persone rimaste colpite,
con problemi di respirazione e patologie simili. Effetti, questi, che si sono riscontrati
per tanti anni. Ancora oggi, i figli di queste persone – persone che all’epoca erano
giovani o bambini – portano le conseguenze. E la Chiesa continua ancora oggi la sua
opera di soccorso e di sostegno. Oggi, c’è un’opera sociale gestita da laici e religiosi.
E ci sono quattro centri scolastici per bambini diversamente abili, a seconda delle
loro limitazioni. Alcuni hanno problemi nel parlare, altri hanno problemi respiratori,
altri problemi uditivi e via dicendo. Ci sono quindi almeno quattro centri che si
occupano di centinaia di questi bambini. Si dice che a Bhopal il numero di bambini
con questi problemi sia maggiore, in parte, a causa di questa tragedia del gas, avvenuta
30 anni fa.
D. – Nella ricorrenza di questo evento, la gente ha manifestato protestando ancora per quanto accaduto. Sembra che le emozioni siano ancora forti rispetto al disastro…
R. – That is true: emotions are high, but the thing is that there is too much of…
E’ vero, le emozioni sono ancora
forti, ma il problema è che c’è ancora grande confusione in questa storia. La gente
colpita non è stata risarcita nella maniera appropriata. Tutta questa tragedia è stata
politicizzata e specialmente in queste occasioni, come gli anniversari, c’è sempre
grande agitazione. Ad esempio, questa sera ci sarà la prima visione di un film e io
sono stato invitato. Si dice che sarà presente anche il primo ministro. E’ un film
speciale per commemorare il 30.mo anniversario di quella tragedia. Il problema è che
le persone realmente colpite non hanno ricevuto un congruo risarcimento né un giusto
aiuto. Si è promesso denaro, più di una volta, molte volte, ma probabilmente questo
denaro ha preso strade diverse…
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