2014-12-02 14:10:00

Resistenza cristiana a nazi-fascismo: libro di A. Paoluzi


E’ stato presentato presso la Radio Vaticana il libro “La Croce, il fascio e la svastica” del giornalista Angelo Paoluzi, che racconta la Resistenza cristiana a fascismo e nazismo. Una storia spesso trascurata, considerando che furono 80mila i combattenti cristiani su un totale di circa 200mila partigiani. 2mila i morti tra i cattolici in armi, 700 i sacerdoti assassinati. Senza contare l’aiuto fornito da parrocchie, conventi e associazioni cattoliche. Al microfono di Rosario Tronnolone, Angelo Paoluzi descrive i caratteri fondamentali della presenza cattolica nella Resistenza:

R. - Il primo è la spontaneità con la quale i cattolici hanno reagito alle persecuzioni, alla caccia agli ebrei, spontaneamente. E’ stato un movimento che non ha avuto bisogno di voci di raccolta. La gente proteggeva i ragazzi che uscivano dall’esercito, quelli che non rispondevano alla chiamata alle armi, proteggeva gli ebrei, proteggeva i militari alleati che erano sfuggiti dai campi di concentramento, con estrema spontaneità e a rischio della vita.

D. - Molto spesso le parrocchie erano anche centri di rifugio e di raccolta…

R. - Sì centri di rifugio proprio per quell’empito di carità nei confronti dei perseguitati che è proprio del cristiano.

D. – Questo però sembra tracciare un quadro di un tipo di resistenza cattolica motivata soprattutto da un senso cristiano di carità. Ma, ad un certo punto, però questa resistenza cattolica si è anche organizzata politicamente…

R. - Attraverso una sensibilizzazione popolare e poi anche con vere e proprie bande armate che legittimamente contestavano l’occupante, che era un occupante illegittimo, e quindi erano motivate anche moralmente a difendersi con le armi. Voglio sottolineare che dai campi di concentramento, dalle prigioni, sono usciti 30 santi. E quindi questa è una cosa molto importante, significa che fare opposizione era un’esigenza morale, spirituale.

D. - Abbiamo parlato della situazione in Italia, dell’opposizione dei cattolici al fascismo. Vediamo invece la situazione della resistenza al nazismo. Come si sono comportati i cristiani nei confronti del nazismo?

R. – Non hanno avuto il tempo di reagire alla violenza nazista, quando Hitler è andato al potere era tutto pronto perché un milione di tedeschi - di qualsiasi idea fossero: comunisti, socialisti, cristiani, cattolici, protestanti, donne, uomini giornalisti, intellettuali  - fossero messi in condizioni di non nuocere. Si aprirono immediatamente i campi di concentramento. Dachau fu il primo degli oltre 300 lager che poi popolarono l’Europa. Ci finirono un milione di tedeschi, - tedeschi! -, prima che ci andassero gli ebrei. Fu praticamente decapitata la classe dirigente senza dare possibilità di reagire. Quindi erano agnelli condotti al macello.

D.  –Tu proponi come conclusione del libro una sorta di bibliografia, quasi a volere invitare a non fermarsi nello studio di questo periodo che ancora tanto deve essere …

R. – Sì, quei libri che indico sono soltanto una parte dei 350 libri che ho letto nel corso della mia esistenza per occuparmi di Resistenza. E’ una letteratura che fra l’altro è utilissima perché recupera tanti luoghi comuni, tanti pregiudizi anche nei confronti dei cattolici, nei confronti di Pio XII, e sta recuperando proprio in questo tempo, attraverso un più meditato lavoro degli storici, la partecipazione non tanto a una resistenza armata quanto a una resistenza dello spirito nei confronti dei disvalori nazifascisti.








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