2014-11-30 08:00:00

Svizzera. Oggi i tre referendum su immigrazione, oro e tasse


Si profila un chiaro "No" al referendum che si svolge oggi in Svizzera per uno stop all'immigrazione per "motivi ecologici". Stando alle proiezioni gli elettori elvetici avrebbero bocciato il testo con il 74% dei voti contrari. I sondaggi della vigilia indicano che potrebbero essere respinti anche gli altri due quesiti referendari in tema di tasse e riserve auree dello Stato. Tuttavia, se anche uno solo passasse potrebbe cambiare completamente il volto della Confederazione Elvetica. Il servizio di Roberta Barbi:

Tre quesiti ai quali rispondere sì o no. Il primo referendum da votare oggi in Svizzera riguarda le riserve auree della Banca centrale: i promotori chiedono che venga reimpatriato tutto l’oro depositato all’estero entro due anni, che aumenti al 20% la quota sulle riserve complessive e che l’oro non possa più essere venduto. Il referendum promosso dai socialisti, invece, mira a eliminare il regime fiscale riservato ai residenti stranieri nella Confederazione, che godono di un forfait per il pagamento delle tasse, indipendente dal reddito. Ma il quesito che ha certamente fatto più discutere è quello relativo all’immigrazione : i proponenti chiedono che sia fissato un tetto dello 0.2% sulla media triennale della popolazione svizzera residente, per gli ingressi annuali di immigrati, in modo da limitare l’aumento annuo della popolazione, anche attraverso una pianificazione familiare. Se passasse, sarebbero quindi circa 16mila le persone che ogni anno potrebbero andare a lavorare nel Paese, provvedimento che secondo i fautori contribuirebbe a difendere la cultura elvetica da massicce invasioni straniere, ma per i contrari – governo, sindacati, imprenditori e chiese - sarebbe un grosso danno all’economia locale, in quanto non sarebbe più possibile assumere i lavoratori stranieri qualificati. Anche i vescovi svizzeri hanno parlato di questo referendum, come spiega al microfono di Adélaïde Patrignani, collega del programma francese, il segretario generale della Conferenza episcopale svizzera, mons. Erwin Tanner

R. – A ce propos là, ce referendum …
A questo proposito, ci si riferisce al comunicato stampa in occasione dell’ultima all’Assemblea plenaria, nel quale è possibile trovare molte informazioni e dove è possibile comprendere quale sia la posizione della Chiesa e dei vescovi svizzeri, che è stata chiaramente espressa: i vescovi non sono a favore di questa iniziativa, ma lasciano la libertà ai votanti di potersi pronunciare al riguardo. Quindi i vescovi si sono espressi chiaramente e nettamente sui principi della dottrina sociale, riferendosi alla dignità umana che deve essere rispettata in questo contesto.








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