2014-11-26 12:25:00

Francesco all'Europa: diritti "individualistici" contro il bene comune


Un'Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita rischia di perdere la propria anima: è il forte messaggio che Papa Francesco ha consegnato ieri al Parlamento europeo e al Consiglio d'Europa in una storica visita a Strasburgo. Tanti i temi trattati: lavoro, ecologia, famiglia come cellula fondamentale della società, tutela della vita umana, spesso uccisa nel grembo oppure oggetto di scambio e smercio, immigrazione. Il Papa ha esortato a fare tesoro delle radici religiose del vecchio continente, denunciando il pericolo posto oggi dalla rivendicazione dei cosiddetti diritti individuali, o meglio individualistici, che attentano al bene comune dimenticando i doveri. Ascoltiamo alcuni commenti raccolti a Strasburgo dalla nostra inviata Fausta Speranza:

Il Papa ha toccato la motivazione prima e ultima della costruzione europea: il bene comune, condannando egoismi e intellettualismi, ma risvegliando un bisogno profondo di un rinnovato umanesimo, così l'eurodeputata Silvia Costa:

R. – Con un tono molto pacato e molto sereno, ma anche molto incisivo ci ha come lasciato una enciclica europea - potremmo chiamarla così – perché lui ha avuto la forza e la capacità di dirci, nel momento in cui l’Europa sembra smarrire un poco la sua identità e anche la sua direzione – come ha detto anche Schultz –, ci ha richiamato a quale sia il valore fondativo della cultura dei diritti umani europei, dicendo che è, dopo la guerra, dopo la lacerazione dei conflitti, l'affermazione della dignità della persona umana, che quindi non è strumento, che quindi non è solo lavoratore o cittadino, ma è persona. Intorno a questo ha costruito un ragionamento straordinario, ma ha anche  aperto una prospettiva bellissima, di fiducia, di speranza. Ci ha detto 'non abbiate paura' e ha detto due cose fondamentali, che i diritti umani, che sono il fondamento della Carta dei Diritti e della Costituzione europea, devono però evitare alcune forme, chiamiamole di “assolutismo”, per cui il diritto diventa un diritto individualista, solitario, l’uomo diventa assoluto e, a quel punto, da un lato non riconosce più il bene e il male e dall’altro per la persona che non serve c’è la cultura dello scarto e viene lasciata ai margini. Questa è una bellissima metafora del rischio che corriamo oggi, perché - ha ricordato - la natura umana è relazionale, non è solo solipsista. E questo è necessario per costruire quella base dell’Europa, che è l’Europa della solidarietà, della sussidiarietà e della costruzione insieme, con tutte le culture che possono dare un contributo al bene comune, alla pace e alla democrazia. Anzi, è bellissimo il suo intervento su una democrazia – molto profondo – che rischia di essere omologata e non più rappresentativa, perché altri poteri, per esempio finanziari, che sono senza volto, rischiano di prendere il posto dei poteri democratici. Questa, quindi, è una richiesta a noi, che qui dobbiamo rappresentare invece la democrazia, di fare meglio il nostro mestiere e di riportare l’Europa vicino alla sensibilità, al sentire e alle esigenze del popolo europeo.   

Il Papa, rivolgendosi agli eurodeputati ha parlato a 500 milioni di cittadini che loro rappresentano, parlando all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, ha mandato il suo messaggio a 800 milioni di cittadini che questo organismo paneuropeo rappresenta. Lo ricorda PierVirgilio Dastoli, presidente del Movimento federativo europeo, sottolineando i motivi di fiducia sollevati da Papa Francesco e alcune precise implicazioni politiche:

R. - Ha detto che l’Europa non deve avere paura. Però nel suo discorso ci sono tre o quattro punti molto importanti: il primo è la tematica della democrazia, che non è la democrazia degli Stati, ma quella dei popoli. Il secondo: ha detto una frase - a mio avviso - molto significativa che dovrebbe essere ascoltata attentamente da tutti i deputati quando ha detto: 'Quando si aumentano i poteri, aumenta anche la responsabilità'. Io spero che questo tema sia stato ascoltato dai deputati con molta attenzione. Il terzo punto, ma questo è il suo leitmotiv, è quello della vita umana e della persona, a sua volta collegato ad una serie di temi come il lavoro, l’immigrazione, la solidarietà, … In questo modo si declina tutto. Poi fra l’altro, ha aggiunto questo elemento che nel Trattato europeo manca, così come manca nella Carta. Mi ricordo quando discutemmo della Carta dei diritti: non basta parlare di diritti ma bisogna parlare anche di doveri. L’Unione Europea dovrebbe cominciare a pensare e ad elaborare una carta dei doveri. L’ultimo punto è quello dell’ambiente; ha detto che noi non siamo proprietari della natura, non dobbiamo dominarla ma essere in grado non soltanto di proteggerla, ma di utilizzarla al meglio.

Massimo Palumbo è un funzionario del Parlamento Europeo autore del libro intitolato "Dipinta di blu", in cui ha voluto ragionare sullo spessore etico, politico, culturale dell'Europa. Sottolinea il richiamo del Papa ai valori fondanti dell'Europa:

R. – E’ importante riscoprire questi valori fondanti che sono i valori dei padri fondatori, che il Santo Padre ha ricordato, e che poi sono le radici politiche dell’Europa nata dopo la II Guerra Mondiale, che devono garantire all’Europa da un lato la pace e dall’altro il benessere, non inteso solo in senso materiale. Quindi il discorso del Papa sul ritrovare il coraggio e la forza di puntare su una maggiore attenzione ai valori anche dell’identità, è un elemento importante anche per uscire fuori dalla crisi economica, perché è un problema di fiducia e la fiducia si crea anche sugli aspetti immateriali, sugli aspetti ideali. E’ stato un grande discorso, nel quale mi pare che questi due elementi - l’elemento ideale e l’elemento di concretezza – possano in qualche modo configurarsi nella parola dignità. Non una dignità monade – come ha detto il Papa – cioè individualistica, ma sempre in una prospettiva di bene comune, di cooperazione, per cercare di risolvere i problemi e dare risposte alla gente.

D. – In definitiva, una sferzata che può risvegliare da tanto torpore?

R. – Assolutamente si! E’ sempre utile che una persona con questo prestigio, con questo carisma, come è il Santo Padre, possa indirizzarsi ai deputati europei e svegliare l’Europa da questo suo torpore e portarla verso una maggiore vicinanza alla gente: questo poi porterà – a sua volta – ad una propulsione dal basso per il progetto europeo.








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