2014-11-24 14:02:00

Legge stabilità. Mons. Bazzarri: non penalizzare Terzo settore


Nella Legge di Stabilità è previsto un aumento del prelievo fiscale a carico delle Fondazioni di origine bancaria. In una lettera aperta rivolta al premier Matteo Renzi, il cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano, don Gino Rigoldi, sottolinea che saranno tagliate risorse destinate al mondo del non profit per un importo complessivo di oltre 260 milioni Euro. Su questa possibile e rilevante riduzione di fondi per il terzo settore, Amedeo Lomonaco ha raccolto il commento di mons. Angelo Bazzarri, presidente della Fondazione Don Gnocchi, che aderisce alla campagna “meno tasse più erogazioni”:

R. - É una riflessione che poniamo alla legge di stabilità rivolta a tutti coloro che sono addetti alla sua elaborazione perché tengano conto delle conseguenze di certe decisioni. A questo punto i provvedimenti, se andranno in porto, sono all’insegna di meno tasse e più erogazioni. Il rischio è che con una mano si dà e con l’altra si sottrae. Il Terzo settore si alimenta nelle sue attività, attraverso il fundraising oppure con progetti che vengono finanziati anche dall’ente pubblico e in ultimo, attraverso le fondazioni bancarie - sono 88 - che erogano finanziamenti per il sostegno. Se va in porto questo provvedimento, così com’è, c’è indubbiamente una sottrazione nelle casse del Terzo settore.

D. – Questo incremento del prelievo fiscale avrà dunque importanti ripercussioni proprio per vari settori sostenuti con le erogazioni date dalle Fondazioni di origine bancaria …

R. – Credo che il Terzo settore proprio per la sua mission, per l’impegno che profonde a servizio dei più deboli sia nel territorio sia nei grandi progetti debba tenere conto assolutamente che non saranno le risorse tagliate a paralizzare la sua azione, perché c’è sempre un valore aggiunto: quello della passione, dell’amore … Certamente, però, non si può lavorare senza avere delle risorse disponibili. Per cui queste sottrazioni ad una cifra piuttosto consistente e robusta rischiano appunto di rendere più fragile il Terzo settore soprattutto nella miriade di piccole associazioni che non riescono a reggere l’impatto con questi bisogni che hanno un significato, una valenza notevolissima soprattutto nella capillarità di presenze nel territorio e nei volti, nomi e cognomi … Non solo nei dati.

D. – Si dovrebbe invece proprio rafforzare la gamma di benefici per chi sceglie di sostenere il Terzo settore …

R. – Certamente, se sotto questo profilo c’è da fare uno sforzo, non è quello di penalizzare il Terzo settore, ma di metterlo in condizione di operare al meglio con quella vitalità che lo caratterizza, da una parte con l’anima del volontario, con la passione del professionista e dall’altra, con le relazioni umane. Relazioni che sono fondamentali nell’assistere e nell’accompagnare questi elementi più fragili e in difficoltà con la vita.








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