2014-11-20 14:07:00

Congresso mondiale movimenti. Rylko: siamo una Chiesa in uscita


“La gioia del Vangelo: una gioia missionaria”: è il tema del terzo Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità che si è aperto stamane a Roma, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Il servizio di Roberta Gisotti:

Tre giorni, da oggi a sabato per confrontarsi sulle sfide da raccogliere per saper annunciare il Vangelo con gioia, come chiede Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium. 300 i delegati  di un centinaio di movimenti e nuove comunità, arrivati a Roma da 40 Paesi dei cinque continenti. Ad accoglierli nel Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesiae, il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Dicastero vaticano promotore dell’evento. Dobbiamo “aprirci – ha sottolineato il porporato inaugurando i lavori – all’orizzonte della Chiesa universale”, “alle sue gioie e alle sue speranze” ma anche “ai difficili problemi che l’affliggono”. I movimenti ecclesiali siano dunque “protagonisti di una nuova tappa evangelizzatrice” - ha sollecitato il cardinale Rylko – in risposta al richiamo di Francesco che “vuole una Chiesa in uscita verso le periferie geografiche ed esistenziali del nostro mondo”. Guai a chiudersi nelle proprie realtà particolari. Matteo Calisi, responsabile internazionale del Rinnovamento carismatico cattolico:

R. - Come rispondere all’appello di Papa Francesco ad andare in missione? I movimenti hanno rappresentato una grande risorsa per la missione e questo è stato più volte sottolineato dai Pontefici precedenti, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. I movimenti propongono un metodo educativo proprio per la missione e quindi senz’altro rappresentano una risorsa in risposta all’appello del Papa ad uscire nelle periferie.

D. – Il Papa raccomanda spesso di essere testimoni del messaggio evangelico con gioia: quanto è importante questo richiamo?

R. – E’ chiaro, l’annuncio nasce da un incontro personale non con una idea, ma con una persona viva, che è Gesù Cristo. E quando avviene questo incontro, sboccia l’amore, la gioia e quindi il desiderio di comunicare agli altri una scoperta straordinaria, qual è appunto l’incontro con Gesù Cristo.

D. – Quale opportunità rappresenta il confrontarsi tra movimenti che hanno carismi diversi, che vengono da realtà sociali molto differenti? Questi congressi servono anche ad abbattere delle barriere?

R. – Indubbiamente. In questi anni i movimenti hanno imparato a conoscersi, ad apprezzarsi e a scoprire anche che un dono, un carisma non è mai dato per lo stesso movimento, ma è dato per l’intera Chiesa. Inoltre questi incontri ci danno l’opportunità di fare una sintesi sul percorso trascorso in questi 50 anni, a partire dal Concilio Vaticano II. E’ anche una sintesi con l’autorità ecclesiastica: questi incontri sono convocati dal Pontificio Consiglio per i laici. E’ quindi importante che ci siano questi due interlocutori - i carismi e l’istituzione – perché questo è a beneficio dell’edificazione della Chiesa.

D. – Francesco come del resto anche i precedenti Papi, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, hanno investito molto sui movimenti ecclesiali, in questa epoca un po’ di sconforto esistenziale generalizzato…

R. – Indubbiamente sono stati lungimiranti, hanno riconosciuto nei movimenti un’opera dello Spirito Santo. Lo stesso cardinale Bergoglio, sin dai tempi in cui era arcivescovo di Buenos Aires, ha favorito la nascita dei movimenti, soprattutto quello del Rinnovamento Carismatico e del suo impegno ecumenico, E questo lavoro adesso sta proseguendo nei nostri giorni con il suo Pontificato, perché anche la dimensione – per esempio – ecumenica è una urgenza impellente, perché l’evangelizzazione non potrà trovare successo se i cristiani non saranno uniti fra loro.








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