2014-11-19 11:34:00

Religioni in Vaticano: difendere bambini da ideologia gender


Terza ed ultima giornata oggi in Vaticano del Colloquio interreligioso internazionale “Humanum. La complementarietà tra uomo e donna”. Numerosi i contributi offerti dagli esponenti delle 14 religioni presenti che hanno concordato nel ribadire la centralità del matrimonio e della famiglia per la società. Lo evidenzia al microfono di Paolo Ondarza, mons. Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

R. – Ciò che mi ha colpito molto è l’unità che si è creata molto rapidamente tra i partecipanti delle varie religioni, già dopo poche ore, pochi istanti dall’inizio dei lavori… Tutte le religioni credono nella Creazione e che ci sia un’intelligenza divina, che non è un atto assurdo e disordinato. Quindi, le religioni sono qui per testimoniare che nell’amore tra un uomo e una donna c‘è qualcosa che trascende non solo la loro persona, ma anche la loro relazione perché la loro relazione costituisce qualcosa per tutta la società. Ma di più, quando uno ama e si sa amato, allora, ha in sé questa intuizione che è amato da un Altro e che desidera amare un Altro, un Dio, un Dio buono.

D. – Il valore non mutevole della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna è stato ribadito anche dal Papa. Già in passato il Papa era tornato a difendere il diritto dei bambini a crescere in una famiglia con un papà e una mamma. Nei mesi scorsi (parlando ad una delegazione dell’ufficio internazionale dell’infanzia. ndr) ha anche voluto rifiutare espressamente ogni tipo di sperimentazione educativa nei confronti dei bambini…

R. – Sì, durante questi giorni spesso il Santo Padre è citato dai relatori quando si parla del diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Cosa significa? Significa che la complementarietà uomo-donna, solleva un problema giuridico di protezione dei più deboli. Un bambino che viene alla luce ha il diritto di essere accolto da un padre e una madre, lo dice senza sosta Papa Francesco. E dicendo questo dimostra che questa complementarietà non è uno studio teorico per esperti, è davvero un elemento in cui si esprime il fondamento e la radice di un diritto per il più debole, per il bambino. Inoltre effettivamente, alcuni interventi hanno illustrato la sfida educativa a cui lei accenna, a partire da questa prospettiva della complementarietà. L’educazione è fondamentale, non poteva essere trascurata in questo congresso. Alcuni interventi importanti hanno ribadito l’importanza di questo riconoscimento del dato di natura, un dato fondamentale, strutturale.

D. - Lei nel suo intervento ha riaffermato la centralità anche per i nostri giorni dell’insegnamento di San Giovanni Paolo II sul matrimonio cristiano…

R. – Gli insegnamenti di Giovanni Paolo II non solo riassumono e portano con sé tutto l’insieme dei tesori del magistero della Chiesa. E’ la prima volta che abbiamo qualcuno che si è preparato a livello antropologico e che ha dedicato più di 25 anni della propria vita, anche prima di essere Papa, al tema del matrimonio tra uomo e donna; abbiamo quindi un contributo enorme non solo da studioso, da filosofo e da moralista ma soprattutto nell’insieme delle 134 catechesi pronunciate tra il 1979 e il 1984. In queste catechesi abbiamo una luce pluridisciplinare sul mistero dell’amore umano. E’ un opus monumentale che non possiamo non usare dal momento che è proprio ciò di cui le persone hanno bisogno oggi: cioè sapere qualcosa sulla loro vocazione all’amore, sulla visione di Dio, ciò che Papa Wojtyla chiamava sempre il disegno di Dio su matrimonio e famiglia. Un insegnamento che è straordinariamente attuale e che può raggiungere le persone di buona volontà al di là dei circoli strettamente cattolici o cristiani.

La complementarietà uomo- donna è centrale per le religioni. “La storia del Popolo di Israele inizia con un uomo e una donna”, ricorda al microfono di Paolo Ondarza, il rabbino Lord Jonathan Sacks:

R. – Judaism begins with the story…
Il giudaismo comincia con la storia del primo uomo e della prima donna e del Giardino dell’Eden. Sebbene perdano il loro Paradiso speciale noi sentiamo di riscoprirlo ogni volta che un uomo e una donna si uniscono nell’amore. Quindi noi ci stiamo riunendo qui proprio per ricordare all’Occidente questa meravigliosa istituzione, la sacra alleanza del matrimonio, che è stata la forza dell’Occidente per duemila anni e che ora sembra stia perdendo, quando sono sempre più i Paesi in cui ci sono sempre più bambini che nascono fuori dal matrimonio e sempre meno persone che si sposano.

D. – Oggi la nostra società cerca di relativizzare il concetto di famiglia naturale. Gli Stati stanno promuovendo forme alternative di matrimonio, adozioni per le coppie omosessuali e la diffusione della teoria del gender. Come rispondere a queste sfide?

R. – What’s happening in the West…
Quello che sta accadendo in Occidente è che i governi e ampi raggruppamenti di persone ignorano i dati basilari della biologia, sociologia e antropologia. La ragione per cui gli esseri umani sono diventati esseri umani è perché un uomo e una donna si sono uniti per proteggere e crescere i loro figli. E’ stata una realtà biologica molto prima che qualcuno la santificasse attraverso la religione. Sappiamo che i Paesi dove i matrimoni sono stati forti hanno avuto società forti e Paesi forti; lì dove i matrimoni sono deboli, nella generazione successiva la nazione stessa diventa debole. Parliamo quindi di qualcosa che non predichiamo come dogma, non ci limitiamo semplicemente a citare la Rivelazione, ma stiamo parlando di fatti stabiliti scientificamente. L’esperimento cui l’Occidente si sta sottoponendo oggi, abbandonando in larga misura il matrimonio tradizionale, è un esperimento che nessuna società ha sperimentato prima e che finirà in una grande confusione ed in una grande sofferenza per i figli che cresceranno senza entrambi i genitori.

D. – Infine, ha qualche augurio per questo Colloquio in Vaticano?

R. – This Colloquium has already achieved…
Questo Colloquio ha già raggiunto un grande risultato: tutti coloro che difendono il matrimonio tradizionale si sentono molto soli, perché vanno contro le mode del tempo. Quindi già il semplice fatto di esserci riuniti ci aiuta a darci coraggio l’uno con l’altro. Ma, al di là di questo, penso che le persone torneranno ai loro rispettivi Paesi con un impegno rinnovato non solo nel riconoscere al matrimonio il suo valore, ma anche nel ribadire alle persone quanto sia importante, sia che si parli di felicità personale o della gioia di crescere dei figli o del senso di sicurezza, che darà felicità ai figli in futuro. In un modo o nell’altro porteremo il messaggio che abbiamo sentito ieri ed oggi, lo porteremo con noi e lo trasmetteremo nella maniera più ampia possibile.








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