2014-11-13 08:02:00

Via libera di Israele a 200 nuove case a Gerusalemme Est


Resta alta la tensione tra Israele e palestinesi, dopo che la municipalità di Gerusalemme ha dato il primo via libera alla costruzione di 200 case a Ramot, un quartiere nella parte Est della città. Intanto le autorità dello Stato ebraico hanno negato una richiesta di ingresso di una squadra del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per indagare sulla guerra, tra luglio e agosto, a Gaza. Il servizio di Graziano Motta:

Israele continua a tener separato l’ampliamento di Gerusalemme, con l’avvio della costruzione di altri 200 appartamenti nel grande quartiere satellite di Ramot, che sorge su un contestato territorio occupato nella guerra del 1967, dalle tensioni religiose persistenti nella città per il fermo rifiuto delle autorità musulmane di consentire a ultraortodossi ebrei di accedere per pregare sulla Spianata oggi delle Moschee, ma dove sorgeva l’antico tempio di Salomone e di Erode. Queste tensioni sono degenerate l’altra notte in Cisgiordania, nell’incendio della moschea del villaggio di Mughayer presso Ramallah, verosimilmente a opera di coloni ebrei, e in Galilea nel lancio di una bottiglia incendiaria nell’antica sinagoga di Shefaram ad opera di musulmani palestinesi. Il pericolo di un’esasperazione delle tensioni religiose ha spinto il segretario di Stato americano Kerry a visitare re Abdallah di Giordania, la cui dinastia in base allo status quo è custode dei luoghi santi islamici di Gerusalemme - ad Amman si è recato anche il presidente palestinese Abu Mazen - ed ha determinato Israele a ribadire che, come in passato, continuerà in futuro a garantire tale status quo. La presa di distanza dagli ultraortodossi è stata formalizzata dal vice ministro degli Esteri, Tzahi Hanegbi, dinanzi agli ambasciatori stranieri ieri a Tel Aviv.








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