2014-11-13 15:48:00

Giornata vittime della strada, Aifvs: dietro la strage c'è spesso la burocrazia


"Non sono le vittime che hanno bisogno di essere ricordate, ma siamo noi, persone ed istituzioni, che abbiamo bisogno di ricordare le vittime per liberarci dai comportamenti prepotenti, omissivi e inosservanti delle norme". Lo sottolinea Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, presidente dell'Associazione familiari e vittime della strada (Aifvs), alla vigilia della Giornata Mondiale Onu del ricordo delle vittime della strada che si celebra domenica 16 novembre. In occasione della ricorrenza, la presidente Cassaniti, pur sottolineando il netto decremento di incidenti mortali registrato negli ultimi anni, punta il dito sulle istituzioni e sul modo burocratico con cui affrontano gli interventi per limitare le vittime. "A impedire che la strage sia debellata del tutto - spiega - sono proprio le istituzioni, le amministrazioni, con il loro comportamento omissivo". 

"Spesso giustificano la loro inerzia e i loro mancati interventi con l'insufficienza di soldi. Ma non si possono sottomettere il proprio senso di responsabilità, la propria intelligenza, ai soldi. Le istituzioni hanno il compito di garantire la sicurezza della strada e ne debbono rispondere. Non a caso la maggiorparte degli incidenti - come rilevato dall'Aci - si concentrano sempre sugli stessi tratti stradali, nei quali le amministrazioni mantengono colpevolmente le condizioni di pericolosità".

"In Italia esistono delle vere e proprie lobbies che si oppongono all'aumento delle pene legate all'omicidio stradale", afferma dal canto suo Gianmarco Cesari, avvocato dell'Aifvs. "Il reato di omicidio colposo stradale già esiste nel nostro ordinamento", spiega. "Ma ha una pena che va dai due anni ai sette anni che può essere aggravata, per guida in stato di ebbrezza o alterazione sotto sostanze stupefacenti o psicotrope, fino a dieci anni o al massimo quindici". "Ma c'è chi vuole bloccare la riforma che vuole aumentare le pene per questo reato". "Di fatto, per ciò, ad oggi, l'omicidio commesso sulla strada è un omicidio legalizzato. Nessuno va in carcere e tutti tornano poi al volante".








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