2014-11-13 15:08:00

Burkina Faso. Si negozia per eleggere nuovo presidente


Rappresentanti delle Forze armate, dei partiti politici e delle organizzazioni della società civile hanno raggiunto a Ouagadougou un accordo sulle istituzioni e le modalità della transizione che dovrà portare a elezioni tra un anno. L’intesa, annunciata ieri sera, prevede la nomina di un presidente ad interim da parte di un collegio composto da esponenti religiosi, ufficiali dell’esercito, dirigenti politici, capi tradizionali e rappresentanti della società civile. Dell’esecutivo di transizione faranno parte 25 ministri. Il potere legislativo sarà invece prerogativa di un’assemblea di 90 membri. Non si spegne intanto l’euforia del popolo, finalmente libero dalla dittatura. Lo ha raccontato a Corinna Spirito, Velio Coviello, operatore Cisv, appena tornato dal Burkina Faso:

R. – Ci sono stati degli avvenimenti abbastanza unici nella storia del Burkina Faso negli ultimi 30 anni. L’atmosfera che si respirava era decisamente euforica ed elettrizzata. Le persone, cioè, dopo 28 anni di sostanziale dittatura, si sono ribellate tirando fuori un malcontento celato. C’era molta soddisfazione e molta contentezza per quello che stavano facendo. Per chi, come me, va spesso in quel Paese, è stato bello essere testimone diretto di questa situazione. Immagino che in Italia ci siano stati momenti in cui la preoccupazione per gli espatriati in Burkina possa essersi alzata, ma in realtà è stato tutto molto tranquillo per noi. Le persone erano contente nel vedere che alcuni stranieri erano lì per testimoniare quello che succedeva.

D. – In che modo è cambiato il popolo del Burkina Faso in queste settimane?

R. – Le persone si sono rese conto che si possono cambiare le cose agendo in prima persona e non era così scontato dopo quasi 28 anni di predominio di un’unica persona. Questo, quindi, dal punto di vista del sentire comune è sicuramente molto forte. Si respira, c’è un’aria di euforia. In questi giorni, era anche molto forte il ricordo di Thomas Sankara, che 28 anni fa fu abbattuto da questo golpe in cui Compaoré era coinvolto. In questi giorni, dunque, la figura di Sankara è stata ricordata molte volte e nelle piazze i giovani hanno scandito il suo nome.

D. – Qual è lo scenario politico attuale e che cosa ci si può aspettare ora?

R. – Lo scenario è ancora un po’ confuso, nel senso che sono in corso le negoziazioni tra civili e militari e non è ancora chiarissimo quanto durerà questa transizione. Questo è un po’ il punto ancora da chiarire. Da un lato, sembra che i militari vogliano far durare la transizione e quindi mantenere un ruolo un po’ più a lungo di quanto i civili invece preferiscano. Lo scenario, comunque, è abbastanza positivo, perché è in corso una discussione collegiale ed è in corso una programmazione concertativa di questa fase di transizione. Ciò non era assolutamente scontato in un Paese dell’Africa dove, avendo visto cosa è successo in Nord Africa, ma anche in altri Paesi dell’Africa nera, momenti di forte cambiamento e rivoluzionari si sono poi trasformati in un governo dell’esercito.








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