2014-11-12 11:54:00

Francesco: vescovi non siano autoritari, ascoltino anche i “lontani”


I vescovi non assumano atteggiamenti autoritari e ascoltino anche i “lontani” dalla Chiesa. E’ l’esortazione rivolta ai pastori da Papa Francesco nell’udienza generale in Piazza San Pietro, dove migliaia di fedeli si sono raccolti nonostante il maltempo. Il Pontefice ha ribadito che i vescovi non devono pensare di avere “sempre la risposta giusta” e li ha esortati a guidare la Chiesa facendola crescere sulla via della santità. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Come deve essere un buon pastore che ha cuore il suo gregge? All’udienza generale, Francesco è tornato a parlare di un tema a lui particolarmente caro, facendosi guidare dalle “Lettere pastorali” inviate da San Paolo a Tito e Timoteo. L’Apostolo delle Genti, ha rammentato, elenca le qualità che non devono mancare in un vescovo, un presbitero, un diacono: “l’accoglienza, la sobrietà, la pazienza, la mitezza, l’affidabilità, la bontà di cuore”. E’ questo, ha commentato, “l’alfabeto, la grammatica di base di ogni ministero!”. E tanto più “deve essere la grammatica di base di ogni vescovo”, altrimenti non è possibile offrire un servizio e una testimonianza davvero gioiosi e credibili:

“Questo significa che deve essere sempre viva la consapevolezza che non si è vescovi, sacerdoti o diaconi perché si è più intelligenti, più bravi e migliori degli altri, ma solo in forza di un dono, un dono d’amore elargito da Dio, nella potenza del suo Spirito, per il bene del suo popolo”.

Questa “consapevolezza – ha soggiunto – è davvero importante e costituisce una grazia da chiedere ogni giorno”:

“Infatti, un Pastore che è cosciente che il proprio ministero scaturisce unicamente dalla misericordia e dal cuore di Dio non potrà mai assumere un atteggiamento autoritario, come se tutti fossero ai suoi piedi e la comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale”.

La consapevolezza, ha rimarcato, che “tutto è dono, tutto è grazia, aiuta un Pastore anche a non cadere nella tentazione di porsi al centro dell’attenzione e di confidare soltanto in se stesso”:

“Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno. Al contrario, la coscienza di essere lui per primo oggetto della misericordia e della compassione di Dio deve portare un ministro della Chiesa ad essere sempre umile e comprensivo nei confronti degli altri”.

“Pur nella consapevolezza di essere chiamato a custodire con coraggio il deposito della fede – ha proseguito – egli si metterà in ascolto della gente”:

“E’ cosciente, infatti, di avere sempre qualcosa da imparare, anche da coloro che possono essere ancora lontani dalla fede e dalla Chiesa. Con i propri confratelli, poi, tutto questo deve portare ad assumere un atteggiamento nuovo, improntato alla condivisione, alla corresponsabilità e alla comunione”.

Francesco ha quindi esortato i vescovi a guidare la Chiesa “facendola crescere lungo la via della santità”. Al momento dei saluti ai pellegrini giunti numerosi nonostante il maltempo, il Pontefice ha ricordato in particolare gli ammalati, più di 200, che hanno seguito l’udienza dall’Aula Paolo VI e che aveva incontrato prima di recarsi in Piazza San Pietro. Dal Papa anche un sentito pensiero per le famiglie delle vittime di incidenti stradali e di persone scomparse. Francesco ha inoltre ringraziato le suore scalabriniane per il loro impegno con migranti e rifugiati. Dal Papa infine un saluto alle Carmelitane missionarie di Santa Teresa di Gesù Bambino e agli studenti e docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana, in occasione del 25.mo anniversario di fondazione.








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