2014-11-08 14:36:00

A Orvieto il 12.mo pellegrinaggio degli universitari romani


Sono quasi 4.000 i giovani partecipanti al 12.mo pellegrinaggio degli universitari, promosso dalla diocesi di Roma, che si svolge oggi a Orvieto. Tema di questo ormai tradizionale appuntamento è per il 2014 “Eucarestia e nuovo umanesimo. Non avevano che un solo pane.” Marina Tomarro ne ha parlato con il vescovo Lorenzo Leuzzi, delegato per l’ufficio per la pastorale universitaria diocesana:

R. – Quest’anno, il 12.mo pellegrinaggio degli universitari si svolge a Orvieto perché, come sappiamo, la diocesi di Orvieto sta celebrando il 750.mo anniversario del Miracolo eucaristico di Bolsena. E poi perché, come diocesi, vogliamo proporre ai giovani universitari la riscoperta dell’Eucaristia, in riferimento anche al tema culturale del nuovo umanesimo e aiutare i giovani a scoprire la centralità della celebrazione eucaristica per la propria crescita personale e anche per il servizio che i giovani universitari saranno chiamati a svolgere nella società e nella Chiesa dopo l’esperienza della laurea.

E grande è l’entusiasmo dei partecipanti. Ascoltiamo alcuni commenti:

R. – Io credo che il pellegrinaggio sia sempre la metafora della vita: quindi, andare di luogo in luogo, cercando poi una meta definitiva. Credo anche che l’occasione del pellegrinaggio per gli universitari diventi un po’ questo: il simbolo di una ricerca nello studio, che diventa però anche la ricerca di un senso da scoprire. La ricerca è fondamentale e quindi anche il pellegrinaggio.

R. – Anzitutto, lo stare insieme a tutti i miei colleghi di università. E’ una esperienza bellissima in quanto si condivide una giornata sì religiosa ma anche di unione, di fratellanza, insieme ai nostri coetanei. Quindi, si vive questa spiritualità tutti insieme.

D. – Per te è la prima volta che partecipi al pellegrinaggio degli universitari?

R. – Sì, per me è la prima volta.

D. – Cosa ti ha spinto?

R. – Mi ha spinto la curiosità di questo viaggio e la condivisione del mio percorso e il mio cammino con tanti amici, ma anche con tanti giovani di tante realtà.

R. – Partecipare a questo pellegrinaggio per me vuol dire essere Chiesa, essere comunione con tanti giovani universitari che condividono il cammino di fede nelle parrocchie, nelle università e nelle cappellanie. Ritrovarci qui oggi è proprio la testimonianza di questa comunione: questa comunione che, è  il titolo di quest’anno, parte dalla comunione quotidiana che è ognuno di noi nutre con il Signore. Quindi, dalla comunione con Cristo poi parte la comunione tra di noi.

E i ragazzi, al loro arrivo ad Orvieto, sono stati accolti dal vescovo della diocesi umbra, mons. Benedetto Tuzia. Ascoltiamo il suo commento:

R. – Sono il sigillo molto bello, fresco, giovanile e anche di una fede primaverile. Paolo VI, ma anche Giovanni Paolo II, parlava sempre di una nuova primavera in quello che può essere la spiritualità eucaristica. I giovani sono proprio questa primavera della vita che si sposa bene anche con questa primavera nuova, primavera eucaristica.

D. – Eccellenza, in che modo si invitano i giovani a vivere l’Eucaristia nella loro vita quotidiana?

R. – E’ uno stile di vita che Gesù ci ha insegnato. Si può dire che lo ha quasi fotografato e firmato in quel gesto, quel gesto cioè di prendere quel pane, quel pane che è poi se stesso: Lui è quel pane condiviso, vita condivisa e che dice: “Anche voi, fate quello che io faccio: donatevi e fate della vostra vita una vita condivisa”. Per un giovane, credo sia un forte programma di vita.








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