2014-11-06 13:51:00

L'Orp mette in cammino cristiani, ebrei e musulmani


Il 20 novembre un grande pellegrinaggio partirà dalla Basilica della Natività di Betlemme e, attraverso il check point, giungerà a Gerusalemme: è il “Cammino Internazionale di Pace ‘Giovanni Paolo II’”, organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi (Orp) e dall’Ufficio Nazionale Israeliano di Turismo e presentato stamani a Roma. Il Cammino si svolge all’interno del pellegrinaggio della Diocesi di Roma in Terra Santa, che si tiene in occasione dell’80.mo anniversario di fondazione della stessa Orp ed è presieduto dal cardinale vicario Agostino Vallini. Un’iniziativa utile al dialogo fra israeliani e palestinesi, spiega mons. Liberio Andreatta, vicepresidente e amministratore delegato Orp, nell’intervista di Debora Donnini:

R. – Abbiamo pensato di tramutare l’iniziativa della maratona-pellegrinaggio, che facevamo gli anni scorsi, in un Cammino, perché la corsa escludeva i bambini e gli anziani. Abbiamo voluto, quindi, recuperare il concetto, il valore, del cammino - che è proprio del popolo ebraico, il cammino della Chiesa…- che mette insieme e fa  percorrere un tratto di strada assieme.

D. – Un tratto di cammino particolare, perché va da Betlemme a Gerusalemme, passando per il check-point, attraversando il Muro...

R. – Esatto. Sarà una giornata memorabile, in cui gli israeliani spalancheranno le porte del check-point e faranno passare a piedi questa marea di persone che cantano, pregano con i Salmi, lungo il percorso. E’ significativo che, partendo da Betlemme, dove c’è stato l’annuncio della nascita del Redentore, del Salvatore - “Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in Terra agli uomini di buona volontà” – l’annuncio della pace di Betlemme portata lungo le strade, attraverso quel muro di divisione, si concluderà a Gerusalemme, dove Gesù è morto ed è risorto.

D. – I pellegrini parteciperanno al pellegrinaggio della diocesi di Roma, ma ci saranno anche israeliani e palestinesi?

R. – Sì, ci saranno palestinesi, israeliani, italiani e tutti i pellegrini delle altre nazioni presenti. La cosa più bella è che saranno presenti non solo palestinesi ed israeliani, nell’ambito delle nazionalità, ma anche ebrei, cristiani e musulmani. Nell’ambito dei cristiani ci saranno anche le altre confessioni, quindi gli ortodossi, i protestanti e soprattutto tutti i riti presenti a Gerusalemme e in Terra Santa.

D. – Si andrà a piedi per un lungo tratto?

R. – Sono dieci chilometri, da Betlemme a Gerusalemme. In coda al cammino delle persone mettiamo dei pullman vuoti, disponibili a far salire quelle persone che dopo alcuni chilometri avranno difficoltà a continuare.

D. – Come mai avete scelto di dedicare questo Cammino Internazionale di Pace proprio a Giovanni Paolo II?

R. – Perché è nato con Giovanni Paolo II. La maratona-pellegrinaggio nasce nel Duemila, in seguito al Giubileo. La fiaccola è stata benedetta proprio da Giovanni Paolo II per la pace. Allora nasceva come lo sport e il pellegrinaggio per la pace.

D. – Questi giorni ricorre anche l’80.mo anniversario di fondazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Un bilancio di questi anni, sicuramente intensi...

R. – Il bilancio è positivo, estremamente positivo. Noi abbiamo visto che, attraverso la pastorale del pellegrinaggio, possiamo fare un’azione di evangelizzazione e di catechesi straordinaria, che raggiunge tutte quelle persone che molte volte vivono ai margini delle nostre comunità parrocchiali, che non frequentano le chiese, la cui fede magari è diventata un lumicino che si sta spegnendo. Il partecipare ad un itinerario dove si ha la possibilità di incontrare l’arte, la storia, la cultura, le bellezze naturali, la religiosità di un territorio, può essere un’occasione straordinaria per incontrare quelle persone che normalmente non incontreresti nelle parrocchie e in un pellegrinaggio puoi far rivivere e riattivare quella fiammella che si stava spegnendo.








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