2014-11-06 14:08:00

Card. Scola inaugura Anno accademico dell'Università Lateranenese


L’università come una grande famiglia dove si insegna e si imparano non solo nozioni erudite ma anche lezioni di vita. E’ con questo spirito che si è aperto questa mattina a Roma con il 242/mo Dies Academicus, il nuovo anno della Pontificia Università Lateranense. Marina Tomarro ha intervistato il cardinale Angelo Scola arcivescovo di Milano, che ha tenuto una lectio magistralis:

R. – Non si può concepire la ricerca, l’insegnamento e lo studio come realtà separate dalla persona che fa ricerca, che fa insegnamento e che fa studio. Quindi all’università, tutti i soggetti personali sono chiamati a coinvolgersi e le persone sono strutturalmente in relazione. Le tre componenti dell’università, gli studenti, i docenti e il personale addetto, devono vivere la fraternità, quella comunione ecclesiale che aiuta loro ad essere una comunità di discepoli in missione, in modo che possano aiutare a mostrare la bellezza e le ragioni delle risposte, che anche oggi Gesù può dare alle domande degli uomini di questo terzo millennio.

D. – Spesso si parla di emergenza educativa, ma nello stesso tempo si parla anche di educare gli educatori. In che modo si può fare ciò?

R. – L’università è proprio un luogo che educa gli educatori, soprattutto questa Università Pontificia, dove convengono sacerdoti e laici da 120-130 Paesi del mondo e ripropongono il dinamismo del cristianesimo che il Santo Padre descrive in questi termini: parte dalla periferia, poi arriva al centro, arriva a  Roma per poi tornare in periferia. E qui si può vedere un po’ l’immagine degli studenti e dei professori, che vengono da tutto il mondo, portano la loro sensibilità, imparano Roma, per poi riproporre questo stile di vita che è lo stile di vita della fraternità, della solidarietà e della sobrietà, dentro le periferie in cui saranno rimandati.

D. – Questa università a lei è molto cara perché è stato sia rettore che docente. Qual è il suo ricordo della Pontificia Università Lateranense?

R. – Un ricordo molto bello ma direi che è soprattutto un presente, perché ho visto i passi che l’Università ha fatto dopo il mio rettorato, che ormai è terminato 12-13 anni fa. Sono stati passi di grande crescita a livello della vita ordinaria: la qualità della ricerca, dell’insegnamento e dello studio.

E questo nuovo anno accademico vuole seguire le esortazioni di Papa Francesco, nei diversi discorsi fatti nelle varie università che il Pontefice ha visitato durante i suoi viaggi apostolici. Ascoltiamo il rettore della Pontificia Università Lateranense, il vescovo Enrico Dal Covolo:

R. – L’università del Papa deve interrogarsi e riflettere sul magistero del Papa, del suo vescovo. Noi abbiamo studiato con attenzione gli interventi che il Papa ha fatto, riguardo alle università; uno in modo particolare e illuminante: quello che lui ha tenuto a Cagliari, dove emerge un approfondimento originale di Papa Francesco nell’idea di università. Papa Francesco, auspica che l’università diventi un luogo di formazione e di esperienza dei giovani, e di solidarietà; la solidarietà sociale, naturalmente l’attenzione in particolare ai più poveri, ai più bisognosi. Cioè, nell’apprendimento della verità e della cultura, i giovani devono fare questa esperienza forte di solidarietà, a partire già dall’ambiente accademico; quindi l’università come famiglia, come luogo di apprendimento, esperienza, assimilazione dei valori umani e cristiani più autentici.

E all’inaugurazione era presente anche il cardinale vicario Agostino Vallini. Ascoltiamo il suo commento:

R. – Un momento importante, anche perché diventa l’occasione di avere “visivamente” tutta la famiglia dell’università presente, per ascoltare anche il cammino già percorso, e anche una proposta di riflessione come quella offerta dall’intervento del cardinale Scola. Noi abbiamo tanti studenti che si preparano al ministero ordinato, ma anche studenti di facoltà che si preparano alle professioni civili e questo vuol dire anche che una buona formazione accademica e spirituale, attraverso lo studio, è occasione, certamente, per offrire alle nuove generazioni motivazioni solide. Il beato Paolo VI, impegnato nella vita di tante università, diceva che il formare la coscienza dei giovani nel tempo degli studi universitari, vuol dire assicurare un capitale di valori per le società. E questo ci auguriamo che avvenga anche con questo nuovo anno accademico. 








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