2014-11-05 15:00:00

Vittoria repubblicani in Usa sulle due Camere del Congresso


Negli Stati Uniti dopo la pesante sconfitta nelle elezioni di metà mandato, ieri il presidente americano Obama si è detto “ansioso di collaborare con il nuovo Congresso”, dove i repubblicani hanno rafforzato la maggioranza alla Camera e conquistato il controllo del Senato.  “Gli americani vogliono risultati – ha proseguito – entro fine anno si farà la riforma dell’immigrazione”. Il capo della Casa Bianca ha chiesto poi più fondi al Congresso per combattere l'epidemia di Ebola e per la lotta al sedicente Stato Islamico. Il servizio di Fausta Speranza:

Fase politica nuova negli Stati Uniti, con un presidente democratico che dovrà affrontare gli ultimi due anni del suo mandato senza poter contare su una maggioranza parlamentare che appoggi le sue riforme. Un presidente portato al trionfo nel 2008 e nel 2012, anche se, due anni fa, la sua riconferma era stata accompagnata dalla riconquista da parte della destra della Camera, sull'onda dei "Tea Party". In ogni caso, oggi – riprendendo il titolo del Washington Post – Obama è "ripudiato". l'opinione di Germano Dottori, docente di studi strategici all’Università Luiss:

"Una fase politica, a mio avviso, molto delicata anche perché coinciderà, di fatto, con l’avvio della campagna elettorale per le presidenziali del 2016. Obama avrà grandi difficoltà sia nel proseguire la sua agenda di politica estera - per la quale, peraltro, contestato anche da ampi settori del suo partito - sia per realizzare, o comunque difendere, alcune riforme interne più importanti alle quali lui intende legare la propria eredità politica".

Vittoria della destra ampiamente annunciata dai sondaggi, ma più netta del previsto. Almeno sette, infatti, gli Stati strappati al partito del presidente: North Carolina, Arkansas, Colorado, Iowa, West Virginia, Montana, South Dakota. La sorpresa proprio questi ultimi due, che non erano nella lista degli Stati considerati in bilico. Ancora Dottori:

"E’ chiaro che c’è un effetto di traino, di cui hanno beneficiato molti candidati che non erano ritenuti favoriti alla vigilia. Mi pare che il Partito repubblicano abbia ripreso il controllo del 'Mead West' - che peraltro è stato storicamente una sua roccaforte molto importante - ha conservato posizioni di un valore strategico al sud, come la Florida. Io credo, tuttavia, che sarebbe un azzardo su queste basi trarre conclusioni su come potranno andare le prossime presidenziali tra due anni, e questo soprattutto per una ragione: il Partito democratico dispone in questo momento di un numero maggiore di individualità 'presidenziabili' - come si suol dire - mentre per i repubblicani c’è un problema maggiore nella selezione di un candidato da contrapporre, anche perché i repubblicani sono fratturati al proprio interno. Occorre poi ricordare che gli americani, quando votano alle presidenziali, scelgono una persona e quindi alcune dinamiche possono essere molto differenti rispetto a quelle che abbiamo visto all’opera per questa campagna delle elezioni di medio termine".

Secondo la stampa, Obama è stato punito per le troppe promesse mancate e per la presunta mancanza di leadership in economia e politica estera. E c’è da dire che lo speaker repubblicano alla Camera si affretta ad annunciare nuove misure su lavoro ed energia.








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