2014-11-05 16:59:00

Napoli ospita i «Dialoghi sulle mafie»: in città i massimi esperti


Quattro giorni di “Dialoghi sulle mafie” con la partecipazione dei massimi esperti nazionali. Il progetto, organizzato a Napoli dal Forum Universale delle Culture, in collaborazione con l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e il Comune, si svolge da oggi all’8 novembre nel Complesso di San Domenico Maggiore. Docenti universitari, magistrati, economisti, giornalisti, forze di polizia e del volontariato affronteranno il tema della mafia globalizzata. Ad aprire i lavori questa sera il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e l’Arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Al curatore dell’evento, il prof. Isaia Sales, docente di Storie delle Mafie presso l'Università Suor Orsola Benincasa, Adriana Masotti ha chiesto il perché dell’iniziativa:

R. – Perché le mafie sono ancora un problema. Sicuramente, le mafie non hanno vinto, ma non hanno neanche perso, nel senso che ancora, dopo 200 anni dalla loro nascita, abbiamo ancora un problema: ne abbiamo a che fare in alcune regioni in particolare, ma la cosa singolare è che regioni che prima non sembravano avere questi problemi, oggi hanno un radicamento delle mafie che non si aspettavano e quindi abbiamo provato a rispondere all’incredulità, per il fatto che le mafie siano ancora così attive, con un approfondimento. Cerchiamo di capire perché hanno ancora così successo.

D. – Le mafie, appunto, esistono ancora. Ma una loro peculiarità è quella di modificarsi, di adattarsi anche ai tempi. E voi metterete al centro del confronto di questi giorni i nuovi scenari della globalizzazione mafiosa. Cosa vuol dire?

R. – Vuol dire che le mafie sono una criminalità del tutto particolare. Nel corso del tempo abbiamo avuto altre forme di criminalità che però sono durate poco: alcune bande si formavano e poi, contrapponendosi alle forze dell’ordine, allo Stato, venivano sconfitte. Le mafie sono l’unica forma di criminalità popolare che durano da due secoli, perché loro stabiliscono relazioni con coloro che gestiscono il potere. Le mafie sono una criminalità di potere. E il fatto che per un periodo si sia pensato che fossero legate all’arretratezza, ci ha portato fuori strada, perché le mafie si stanno affermando in territori dove tutto c’è, tranne arretratezza economica. Quindi, la verità è che la violenza in economia produce effetti “positivi”, cioè chi è violento riesce ad avere relazioni con il potere politico e riesce ad avere anche un ruolo economico, quindi bisogna rivedere le categorie interpretative che abbiamo avuto nel corso di questi anni sulle mafie. Per questo, “Dialoghi sulle mafie”: perché vogliamo mettere a confronto studiosi che ci aiutino a capire perché le mafie hanno successo ancora oggi, anche in territori non arretrati.

D. – Le mafie, poi, sono molto astute a cambiare fonte di guadagno. Non so, prima la droga, poi la prostituzione, poi …

R. – Certamente. Le mafie hanno un monopolio sulle attività illegali di qualsiasi tipo: è violenza in economica e quindi anche capacità di determinare il mercato; questa capacità, molti non ritenevano che potessero averla le mafie, invece traffici nuovi – quale quello della droga – hanno cambiato radicalmente la situazione. Le mafie, nel passato, consentivano ad alcune persone di essere benestanti, ma non di essere ricche al punto tale da condizionare l’economia. Questa è una novità di cui bisogna prendere atto. Il fatto che ci siano attività come la droga che consentono guadagni sterminati, e che questi guadagni poi vengano riciclati sul mercato legale è una situazione del tutto nuova, degli ultimi 40-50 anni, di cui però non si prende adeguatamente nota.

D. – Argomento di seminari, tavole rotonde saranno appunto le mafie al Nord e in Europa, il confine sottile tra corruzione e mafie, a che punto è la lotta alle alle mafie. E anche, “La scomunica dei mafiosi: Stato e Chiesa di fronte alle mafie”. Questo atteggiamento più severo da parte della Chiesa nei riguardi dei mafiosi e della mafia è un dato che vi risulta?

R. – Certamente. Nel senso che credo che una delle forme di legittimazione che le mafie hanno avuto nel passato è stata anche la loro fede religiosa. Negli ultimi tempi ci sono state posizioni assolutamente nuove: la scomunica di Papa Francesco, ma anche le disposizioni per le feste popolari che la Chiesa in ogni parte ha emanato. Sono novità assolute nelle scelte della Chiesa che aiutano il fronte antimafia, danno un grande contributo al fronte antimafia, e dunque andavano assolutamente sottolineate e segnalate nel Convegno.








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