2014-11-04 14:33:00

Ideal Standard, il vescovo Pellegrini: da azienda forte chiusura al dialogo


Preoccupazione in Friuli Venezia Giulia per la decisione della Ideal Standard di non firmare ieri sera l’accordo per la proroga della cassa integrazione in deroga. Parte quindi la mobilità per i 398 lavoratori. La presidente della Regione Debora Serracchiani chiesto l’aperura di un tavolo. Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo di Concordia-Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini

R. – Credo che, almeno per me, la preoccupazione sia per queste 300 e più famiglie che si trovano ormai senza più prospettive, senza più possibilità, in un territorio che fa molta fatica ad assorbire le persone nel mondo lavorativo. Penso che questa sia una crisi che investe non solo quegli operai, ma un po’ tutto il nostro territorio, e che adesso le comunità parrocchiali e le varie associazioni dovranno attivarsi proprio per essere vicini a queste famiglie, a queste persone.

D. – Manca, secondo lei, però, una proposta forte della proprietà dell’azienda per risolvere la crisi? Ha visto, in sostanza, una mancanza di volontà?

R. – Sì, questa era già chiara precedentemente. Credo che l’azienda avesse già fatto la sua scelta, che era quella di chiudere il settore pordenonese per sostenerne un altro. Questo era già chiaro e si pensava che con l’intervento di altri fattori, di altri agenti, come poteva essere la Regione o lo Stato stesso, le cose potessero anche modificarsi. Ma credo che già da subito si sia vista una forte chiusura della proprietà ad un dialogo e ad un confronto.

D. – Qual è la sua impressione? Manca un disegno più generale di sviluppo industriale del Nord-Est italiano?

R. – Sì, anche se credo sia difficile in questo momento parlare di uno sviluppo industriale. Credo che la soluzione non sia solo nell’industria, ma sia anche nella valorizzazione, per esempio, del nostro territorio, nella valorizzazione dei prodotti tipici o della tipicità di un territorio. Penso alle nostre montagne, dove ci sarebbe possibilità di un investimento turistico, di attenzione ecologica alle persone, all’ambiente. Credo che questo potrebbe essere un contributo che il governo centrale potrebbe offrire anche a questi nostri territori, oltre che pensare ad una industrializzazione. Penso, però, che questo sia complicato in un contesto sociale, culturale e ambientale come il nostro. 








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