2014-11-03 12:52:00

Usa. Voto mid-term: test elettorale per Obama


Oggi negli Stati Uniti importante test elettorale per l’amministrazione Obama e per il Partito Democratico. Gli americani sono chiamati alle urne per le elezioni di medio termine. Verranno rinnovate l’intera Camera dei rappresentanti, un terzo del Senato, 36 governatori e numerose amministrazioni locali. Gli aventi diritto saranno chiamati ad esprimersi anche su diversi referendum. Secondo i sondaggi, favoriti i repubblicani. Ma quali saranno i temi a pesare sull’esito del voto? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale all’Istituto di Studi Politici di Parigi:

R. – In una certa misura pesa ancora un doppio retaggio, se vogliamo: il lungo retaggio dell’11 settembre e quello un po’ più corto, scatenato dalla crisi economica del 2007-2008. Da quella crisi gli Stati Uniti sono in parte usciti, ma non è questa la percezione che hanno l’opinione pubblica e l’elettorato. La preoccupazione, la paura per la sicurezza degli Stati Uniti, scatenata dall’11 settembre - innanzitutto quel che ne è seguito - è tornata ed è stata un poco riaccesa – diciamo così - dalla nuova crisi mediorientale, dalla vicenda dell’Is in Siria e in Iraq e anche dalla vicenda di ebola, trattata con una certa grossolanità dai media americani, che però ha alimentato paure nuove, che hanno riacceso, in una certa misura, le paure del post 11 settembre.

D. – Secondo lei, i democratici rischiano di perdere quell’elettorato particolarmente attento alla salvaguardia della vita, dopo le aperture del Presidente Obama su temi come l’aborto o altre questioni delicate di bioetica?

R. – Io credo che in quell’ambito Obama non vada a perdere quel che non aveva già perso. Credo che Obama perda il voto giovane, il voto delle minoranze, deluse da un Presidente che ritengono avesse promesso molto di più di quanto non abbia poi dato.

D. – Tornando ai temi di politica estera, il Partito Democratico potrebbe pagare la diminuita presenza americana sulle crisi mondiali più delicate...

R. – Credo che i repubblicani siano stati molto efficaci, durante la campagna elettorale, nello sfruttare questo quadro internazionale complicato, volatile, per denunciare la confusione, la fragilità, la debolezza dell’amministrazione. Un’amministrazione che sui temi di politica estera e di sicurezza aveva costruito un significativo consenso interno, che Obama sfruttò abilmente alle elezioni presidenziali del 2012. Quel capitale politico è andato rodendosi, perché - da parte repubblicana - il Presidente si è accusato di essere poco incisivo, confuso e debole, e perché su queste crisi l’amministrazione ha dato effettivamente messaggi contraddittori, spesso parlando in una pluralità di voci, con le quali il Presidente smentiva il Segretario di Stato o Hillary Clinton criticava il Presidente.








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