2014-11-02 08:57:00

Defunti: don Maspero, nella morte incontriamo la vita


Nel pomeriggio alle 18.00 il Papa presiede alle Grotte Vaticane un momento di preghiera per i Sommi Pontefici defunti. E, nel giorno in cui si commemorano tutti i defunti, sono tanti, credenti e non credenti, a recarsi nei cimiteri per sostare sulle tombe dei propri cari. Ma oggi la morte, forse tante volte anche in ambito ecclesiale, nelle omelie, viene sottaciuta, omessa, quasi ad esorcizzarla. Federico Piana ne ha parlato con don Giulio Maspero, docente di Teologia alla Pontificia Università della Santa Croce:

R. - E’ proprio vero questo ed è anche - in un certo senso - naturale: perché fa paura, perché viviamo nell’illusione che la morte non ci sia. Però, poi la morte c’è! E’ bello vedere - secondo me - come in alcuni libri per bambini si parla di morte, perché i bambini che sono così vicini alla sorgente della vita, sono in qualche modo più capaci di reggere il tema. Penso che sia importante imparare da loro: non avere paura di guardare quello che in fondo è una nascita. Sappiamo che nasciamo alla vita, anche nel caso dei martiri o dei santi il momento della morte si chiama Dies Natalis, il giorno della nascita al cielo, quando saremo cioè in quella vita che è per sempre.

D. - Don Giulio, che rapporto dobbiamo avere con i nostri defunti?

R. - Per me la morte ha cambiato faccia - potremmo dire - quando è morto mio padre: in un certo senso il bene che ci siamo voluti e proprio anche il sentirlo vicino è così intenso che, da quando è successo, la morte è come se fosse abitata da qualcuno. Io sono sicuro che al di là della morte mi aspetta mio padre e quindi mi fa meno paura. Penso che questo sia ciò che ha fatto Cristo con noi: Dio stesso si mette nella morte per renderci la morte - in un certo senso - un’occasione per incontrare la vita. Dobbiamo pregare e parlare con i defunti. Io penso che sia molto importante questo piccolo consiglio: parlare con i defunti, rivolgersi a loro, pregare quando andiamo al cimitero e pregare anche tutti i giorni… Basta un “Eterno riposo”. Sapere che i defunti che sono in cielo pregano per noi e per quelli che sono in Purgatorio noi preghiamo per loro, ma anche loro ci aiutano, intercedono per noi. Quindi è un continuare ad aiutarci a volerci bene.








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