2014-10-28 14:28:00

Rapporto Svimez: Sud a rischio desertificazione umana e industriale


E’ un sud al sesto anno di crisi strutturale, sempre più povero, segnato dalla emigrazione e dalla popolazione anziana, quello che emerge dal "Rapporto Svimez" 2014 presentato oggi a Roma. L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno fornisce dati e analisi e poi lancia le sue proposte per affrontare un’emergenza sociale e produttiva che influisce negativamente sull’intero Paese. Di una “necessaria strategia nazionale per uno sviluppo integrato” ha parlato il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, autore di una nota di Premessa al Rapporto. Il servizio di Gabriella Ceraso:

C’è un rischio di desertificazione umana e industriale al Sud che si prevede in recessione anche per il prossimo anno, con un Pil a -0.7% contro una timida risalita del Centronord a +1.3%. Un divario che si è andato accentuando: tra il 2007 e il 2013, il Sud ha perso il 13,3% della sua ricchezza contro il 7% del Centronord. Il Rapporto racconta di una emigrazione in aumento (-116 mila abitanti nel solo 2013), di un calo della natalità ( con 177mila nascite nel 2013, il valore più basso dal 1861) e di una povertà crescente ( fino a +40% di famiglie povere nel solo ultimo anno). I motivi sono da ritrovarsi nella mancanza di lavoro - il Sud ha perso il 60% dei posti nazionali tra 2013 e il 2014 - e nei mancati investimenti ( dal 2008 -33% contro il 24,5% del Centronord). In particolare sofferenza l'industria con il 53% in meno degli investimenti in cinque anni di crisi. La Calabria si conferma la regione più povera d'Italia, con un Pil pro-capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro, meno della metà delle regioni più benestanti come Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia. Sono numeri , dice il segretario generale della Cei, mons Nunzio Galantino, che non possono lasciarci indifferenti:

"Non permettono di girare alla larga da una realtà che grida e che continua a gridare il bisogno di ripresa per ciò che stagna e un bisogno di accelerazione per quello che si muove molto lentamente".

Il Sud è una "chance per tutto il Paese, bisogna esserne convinti nei fatti però, non solo a parole", aggiunge mons Galantino che spiega: "No al pietismo o all’assistenzialismo", sì alla sussidiarietà e a un'economia non esclusivamente basata sul profitto, bensì attenta alla realtà. Quindi ammonisce:

“Pietismo e assistenzialismo sono stati e continuano ad essere i più efficaci e subdoli alleati del malcostume e del sistema malavitoso. L’alternativa passa solo attraverso una consapevole assunzione di responsabilità. Dove questa consapevole e coraggiosa responsabilità manca, ricordiamoci, ci saranno altri a far pesare i bisogni, indirizzandoli e trasformandoli in richieste di favore”.

Uno sguardo d’insieme al Paese Italia accomuna la Chiesa e lo Svimez, che nel Rapporto parla di una necessaria "strategia di sviluppo nazionale centrata sul Mezzogiorno, con una logica di sistema e un’azione strutturale di medio e lungo periodo fondata su quattro "drivers": rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un’ottica mediterranea e valorizzazione del patrimonio culturale. Il presidente Svimez, Adriano Giannola:

"Oggi, dobbiamo ritrovare un percorso comune Nord-Sud per ricollocare l’Italia all’interno del quadro europeo. E in questo senso ci sono spazi enormi, perché il Mezzogiorno è l’emergenza, ma ha anche le grandi opportunità: la logistica, l’energia, la rigenerazione urbana, che sono tutti i tasselli di una strategia nazionale non per far ripartire la crescita - che non ha senso - ma lo sviluppo. Le risorse ci sono, occorre attivarle e usare quelle disponibili come i fondi europei, però in una visione che vede il Mezzogiorno come un traino di tutto il Paese. Il problema è che, purtroppo, per ora c’è un grande silenzio su queste cose".

Nel complesso delle politiche di intervento chieste al govreno dal Rapporto Svimez, spiccano fiscalità di compensazione e di vantaggio specie per l'export, il rilancio degli investimenti, per le cui spese, si chiede l’esclusione dal computo del rapporto deficit/pil. Ottimista il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano del Rio:  "L'Italia sarà quello che sarà il Sud", ha detto, "e il governo è sostenitore della necessità di una grande azione per portare nella politica del Mezzogiorno le politiche europee di inclusione e sostenibilità. E per questo servono grandi investimenti pubblici" da tenere fuori dal patto di stabilità:

"I finanziamenti ci sono. Nel Sud ci sono molte risorse per raggiungere per primi i vari obiettivi, tra questi la banda ultra larga. Il Sud ha le potenzialità per diventare molto competitivo nei prossimi anni. Dobbiamo lavorare intensamente e con molta disciplina".








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