2014-10-24 13:53:00

Card. Vallini: missionari anche a Roma, non solo in terre lontane


“Io sono una missione su questa terra”. E’ stato questo il tema della Veglia di preghiera Missionaria, che si è svolta ieri sera a Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Nella celebrazione, cui hanno partecipato anche il patriarca della Chiesa cattolica caldea, Luis Raphael I Sako, e il patriarca della chiesa cattolica Siro Cattolico della chiesa di Antiochia, Ignace Youssef III Younan, hanno ricevuto il mandato missionario quattro coppie di sposi, due sacerdoti e due giovani donne laiche che porteranno la parola di Dio in Thailandia, Cina, Brasile e Mozambico. Il commento del cardinale vicario, Agostino Vallini, al microfono di Marina Tomarro:

R. – Non c’è cristianesimo vero che non sia missionario. In questa Veglia, dove accanto alla proposta del partire abbiamo sentito chi sta veramente in missione – come queste Chiese martiri dell’Iraq, della Siria, piccoli greggi, minoranze ma insieme anche coraggiose, forti – abbiamo capito come soprattutto noi, Chiese di antica tradizione occidentale, dobbiamo essere più coraggiosi, più forti, meno addormentati rispetto alla vita quotidiana. Si è missionari in Cina, ma si è missionari anche a Roma.

D. – Cosa spinge a lasciare tutto e andare in missione, andare ad annunciare la gioia e la bellezza del Vangelo?

R. – Spinge l’esperienza della vita cristiana bella e gioiosa, che desiderano portare in tutto il mondo. Vanno lì dove c’è bisogno per periodi anche lunghi e questo dà la testimonianza proprio di una Chiesa viva. E la Chiesa di Roma è stata sempre così e adesso deve esserlo non solo andando nelle terre lontane, nei Paesi dove non ancora il Vangelo è conosciuto, ma anche a Roma nei nostri quartieri, nelle nostre periferie, come ci invita a fare sempre il nostro Santo Padre.

Ascoltiamo la testimonianza di Michele e Daniela Arena, una giovane coppia di sposi che andrà in missione al nord della Thailandia:

(Michele)
R. – Sicuramente, un profondo sentimento di gratitudine verso Dio, che comunque nella nostra vita è sempre stato presente e ci ha accompagnato, soprattutto nella vita matrimoniale a partire dal fidanzamento. Posso dire che tutto quello che ho adesso nella mia vita è stato un dono immenso del Signore. Sì, lasciamo materialmente il posto dove viviamo, lasciamo tante cose, però sostanzialmente seguiamo Colui che ci ha donato cio che ci rende più felici, alla fine.

D. – In che modo svolgerete la vostra missione?

(Daniela)
R. – Penso che andremo principalmente a vivere, nel senso che non andremo lì a fare grandi discorsi o grandi catechesi, ma andremo semplicemente a far vedere la gioia che abbiamo ricevuto dall’incontro con Cristo. La gioia che sperimentiamo ogni giorno, seppure nelle difficoltà nella nostra famiglia.

D. – Voi avete deciso di partire, ma in che modo è stata accolta questa notizia nella vostra famiglia, tra i vostri amici?

(Michele)
R. – E’ stata accolta in modo controverso: ci sono state persone che hanno gioito di questa nostra decisione, particolarmente i miei genitori che sono già in missione in Germania, per cui conoscono un po’ la situazione. Non è sempre facile riuscire a trasmettere questa gioia che abbiamo nel cuore, però affidiamo ogni persona che ci accompagnerà, e che ci ha accompagnato nella vita, al Signore e sicuramente Lui provvederà a tutto.








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