2014-10-23 16:18:00

Renzi alle Regioni: tagliare sprechi. Intervista a Pigliaru


Il premier Renzi ha incontrato le Regioni sulla legge di Stabilità. Il governo è disposto a prendere in considerazione proposte alternative rispetto ai tagli previsi nel provvedimento, perché si riducano gli sprechi non i servizi. Alessandro Guarasci

Il governo non vuole retrocedere dalla cifra di 4 miliardi di tagli previsti nella Legge di Stabilità. Ma – ha detto Renzi - siamo pronti a discutere su  proposte alternative verificandone la compatibilità finanziaria”. Insomma le Regioni sono pienamente autonome, ma con i costi standard si possono fare notevoli risparmi. Per i governatori presenti all’incontro questa è un’apertura importante. Il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru

R. – Che le regioni, come tutti i vari strati dello Stato e del governo, abbiano bisogno di stare molto attente ad ogni euro che viene speso è una cosa che noi sappiamo da molto tempo. Moltissime regioni hanno già cominciato a lavorare per ridurre gli sprechi e per risanare i bilanci. Il problema che noi abbiamo posto come regioni è che dobbiamo stare molto attenti perché si fanno politiche per lo sviluppo a livello di governo centrale ma poi bisogna che queste politiche per lo sviluppo non abbiano contraccolpi per i cittadini per quel che riguarda le politiche, invece, regionali. Faccio un esempio che riguarda noi. Renzi vuole tagliare l’Irap: benissimo, è fondamentale perché le imprese diventino più competitive e assumano più lavoratori; solo che, per esempio, l’Irap in Sardegna è già stato tagliato da due anni, quindi la politica del governo si sovrappone alla nostra e il combinato disposto è un po’ una cosa confusa. Noi, anzi, rischiamo a questo punto, con i tagli, di dover aumentare qualche altra tassa, rischiamo: non lo faremo, ma il rischio è quello. Quindi dobbiamo lavorare insieme, governo e regioni, per trovare una coerenza. Questo è il vero problema, non quello di ridurre gli sprechi, perché su quello siamo d’accordo tutti.

D.  – Appunto, però, secondo lei, ad oggi, con questa linea di governo quanto sono a rischio i servizi sociali nelle regioni che hanno più problemi finanziari? Ci riferiamo a Welfare e soprattutto Sanità...

R. – In questo momento sono a rischio, soprattutto in alcune regioni. Ci sono, per esempio, regioni che dichiarano di avere fatto moltissimo in questi ultimi anni per rendere più efficiente il servizio sanitario, che a questo punto comunque non saprebbero più dove tagliare: cioè, se io sono arrivato a un punto nel quale quando compro, per fare il solito esempio, le siringhe, pago il livello minimo del mercato, se riduco ulteriormente il finanziamento, non posso  più neanche comprare le siringhe perché ho già fatto tutto il mio lavoro per ridurre gli sprechi. Certamente bisogna stare molto attenti a far sì che la necessità di rilanciare l’economia del Paese non impatti negativamente su un servizio che molte regioni hanno erogato in modo tra buono ed eccellente.

D.  – Cambiamo argomento. Ieri c’è stato il forte appello del Papa per la Meridiana. Lei ha qualche speranza in più per la conclusione della vertenza domani a Roma?

R. - Domani si risolve la gestione di una crisi molto profonda. Naturalmente bisogna farlo, bisogna stare molto attenti ai livelli di disoccupazione che si rischia di creare. Il problema Meridiana però è un problema di sviluppo di un’impresa. Meridiana ha bisogno di un partner: da sola non ha abbastanza forze per riassorbire gran parte della forza lavoro che già sta rischiando. C’è un classico problema di partner, un po’ come nel caso di Alitalia. Alitalia ha risolto nel modo che sappiamo ma fondamentalmente ha trovato un partner molto più forte. E lo stesso modello va applicato a Meridiana. E i lavoratori in questa transizione vanno protetti, ovviamente quanto sono stati protetti quelli di Alitalia.








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