2014-10-15 15:37:00

Giornata dell’Università di Salamanca sui “linguaggi” di Papa Francesco


La Facoltà di Teologia della Pontificia Università di Salamanca ha organizzato per domani, 16 ottobre, una Giornata di confronto sul tema “I linguaggi di Papa Francesco”. L’evento, che si terrà nella sede di Madrid dell’ateneo, vedrà anche la partecipazione del neo arcivescovo della capitale spagnola, mons. Carlos Osoro Sierra. Sull’idea alla base di questa giornata, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Jacinto Núñez Regodón, decano della Facoltà di Teologia dell’Università di Salamanca:

R. – Io credo che una Facoltà di teologia debba sempre fare attenzione al messaggio del Santo Padre. Ci sembrava che ci si fossero già state tante presentazioni dell’“Evangelii Gaudium” e quindi abbiamo pensato che non sarebbe stato necessario fare una nuova presentazione di questa Esortazione apostolica, ma studiare invece il tema dei linguaggi del Papa. Perché? Perché ci sembra che i gesti del Papa siano importanti quanto il suo linguaggio. Sarebbe necessaria una ermeneutica di questi linguaggi. Anzitutto, io direi che questi linguaggi sono di tipo simbolico: per esempio quando il Papa dice “la Chiesa non è dogana”… Ci sembrava fosse necessaria una ermeneutica di questi linguaggi: non tanto i contenuti, ma l’ermeneutica del linguaggio del Papa.

D. – Il linguaggio di Papa Francesco è molto semplice, chiaro. Questo linguaggio arriva molto facilmente al popolo e il popolo capisce subito. I teologi come studiano poi questo linguaggio?

R. – Una Facoltà di teologia deve proprio fare una riflessione su quello che la gente sente, crede, dice, fa… In questo caso, se il linguaggio di un Papa è cosi chiaro e importante per la gente, la Facoltà deve fare lo sforzo di capire tutto l’orizzonte di questo linguaggio, perché un linguaggio che sia chiaro, sia diretto, non significa che non abbia molta profondità! E mi sembra che il linguaggio del Papa abbia proprio questa doppia caratteristica: da un lato è chiaro per la gente e dall’altro è un linguaggio profondo, simbolico, parabolico, ma molto profondo. In questo caso, la Facoltà porta questo linguaggio "in laboratorio" per studiare la profondità di questo linguaggio.

D. – Qual è l’obiettivo di questa giornata, che vedrà anche la partecipazione – con l’intervento di chiusura – del nuovo arcivescovo di Madrid, il cardinale Carlos Osoro Sierra?

R. – Noi abbiamo molta speranza in questa giornata accademica. Ci sarà molta, molta gente, forse fino a 400 persone… La nostra speranza è che questa giornata faccia capire meglio, conoscere meglio Papa Francesco e quindi sentirlo anche sempre più vicino. Io credo che forse ci sia il pericolo di osservare il Papa soltanto nella “prima faccia”, in quella che è la prima impressione, ma credo che tutta questa riflessione sui linguaggi ci permetterà di capire meglio quel senso profondo che ha il Santo Padre.








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