2014-10-14 13:43:00

Mons. Auza all’Onu: proteggere minoranze in Medio Oriente, reagire a terrorismo


Un appello a proteggere le minoranze religiose ed etniche in Medio Oriente e a reagire al terrorismo internazionale è giunto dall’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto all’Assemblea generale dell’Onu, in corso a New York, nella sessione dedicata allo Stato di diritto. Il servizio di Roberta Gisotti:

La Santa Sede plaude allo “Stato di diritto” - così come riaffermato un anno fa dall’Assemblea dell’Onu - di fondamentale importanza per il dialogo politico e la cooperazione tra tutti gli Stati e per rafforzare i tre pilastri fondanti le Nazioni Unite: “Pace internazionale e sicurezza, diritti umani e sviluppo”.

"Ma pure restano disaccordi - ha osservato mons. Auza - sulla definizione di stato di diritto”, fondato per la Chiesa “sia razionalmente che moralmente sui sostanziali principi di giustizia, inclusa la dignità inalienabile e il valore di ogni persona umana prioritario ad ogni legge e consenso sociale”, e di conseguenza “il rispetto del principio di legalità, la presunzione di innocenza e il diritto un giusto processo”. Riguardo le relazioni tra gli Stati, - ha chiarito mons. Auza – “lo stato di diritto significa il supremo rispetto dei diritti umani, l’eguaglianza dei diritti delle Nazioni; e il rispetto del diritto internazionale consuetudinario, dei trattati e delle altri fonti di diritto internazionale”. Per questa ragione la Santa Sede chiede maggiore “attenzione sulla persona umana e sulla società in cui vive, perché oltre alle forze di polizia, ai tribunali, ai giudici, ai pubblici ministeri al resto delle infrastrutture legali, lo stato di diritto è irraggiungibile senza fiducia sociale, solidarietà, buon governo e educazione morale”. “La famiglia, le comunità religiose e la società civile giocano un ruolo indispensabile nel creare una società che possa promuovere l’integrità pubblica e lo stato di diritto”, che dev’essere garantito in modo equo e imparziale a tutti. “Mi riferisco - ha detto mons. Auza - in particolare alle minoranze religiose ed etniche in Medio Oriente, che aspettano urgenti misure di effettiva protezione”.

La Santa Sede invoca - qualora gli Stati non siano in grado di assolvere “al dovere primario di proteggere la propria popolazione da gravi e prolungate violazioni e da conseguenze di crisi umanitarie” - che sia la comunità internazionale ad intervenire, con i mezzi giuridici previsti dalla carta dell’Onu e altri strumenti internazionali. Sperando “che l’allarmante, crescente fenomeno di terrorismo internazionale, inedito in alcune espressioni e assolutamente spietato nella sua barbarie, sia occasione per un urgente ed approfondato studio su come rinforzare gli strumenti giuridici internazionali per una applicazione multilaterale - ha concluso mons Auza - della nostra comune responsabilità di proteggere i popoli da tutte le forme di ingiusta aggressione”.








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