2014-10-10 13:58:00

Card. Ouellet: divorziati risposati restano membri della Chiesa


Evitare di dare un giudizio morale sui divorziati risposati: la non ammissione al Sacramento dell’Eucaristia non elimina del tutto la possibilità della grazia in Cristo: questa una delle riflessioni emerse dal Sinodo straordinario sulla famiglia, in corso in Vaticano. Al microfono di Paolo Ondarza, ascoltiamo il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi:

R. - Credo prima di tutto che si deve ripetere che i divorziati risposati rimangono membri della Chiesa; non devono allontanarsi dalla Chiesa per il fatto che non possono ricevere la Comunione: il legame con la comunità è molto importate, la partecipazione all’offerta della Santa Eucarestia è fondamentale. Credo anche che dobbiamo favorire degli incontri con le persone che soffrono in queste situazioni affinché possano essere ascoltate. Qualcuno ha detto che l’ascolto è terapeutico; credo profondamente che sia vero.

D. - Queste persone si sentono giudicate dalla Chiesa?

R. - Credo che dobbiamo curare il nostro linguaggio nei loro confronti per evitare di dichiarare che non sono ammessi perché sono in peccato mortale permanente e non possono ritrovare lo stato di grazia. Questo è un linguaggio offensivo e che non tiene conto della vita spirituale della persone che, probabilmente, in tanti casi, hanno chiesto cento volte perdono nel loro cuore per il primo matrimonio fallito, ma, oggettivamente si trovano da dieci anni con un altro coniuge, con altri figli e quindi non possono mettere fine a questa nuova unione. Quindi c’è molto da fare per aiutarli a rimanere in contatto con la Chiesa, a sentirsi non giudicati dal punto di vista morale e a capire che rimane comunque un ostacolo al ricevimento della Comunione sacramentale.

D. - Perché c’è questo ostacolo?

R. - Perché il mistero della Santa Eucarestia, è un mistero nuziale: è il mistero della donazione che Cristo fa del suo Corpo - Lui, il Corpo del Signore risorto - alla Chiesa sua sposa. Questo dono è l’espressione della sua fedeltà fino alla morte. Allora, dal momento in cui il primo matrimonio viene considerato sacramentale - quindi il primo vincolo nuziale non è stato cancellato -, se una persona si trova in una seconda unione nasce una contraddizione oggettiva con il mistero che sta per ricevere. Dobbiamo aiutarli a capire che la Comunione con Cristo è possibile anche per loro, ma è una Comunione spirituale che non arriva fino al punto della comunione sacramentale.

D. - Ma la comunione spirituale prevede un rito? C’è chi suggerisce per esempio di benedire i divorziati e i risposati al momento della Comunione …

R. - Sì, questo certamente può essere anche espresso ritualmente: una persona può venire al momento della comunione e incrociare le braccia al petto: in questo modo avverte il sacerdote che non può ricevere la comunione, ma è disponibile per una benedizione. Bisogna dire alla gente che è possibile ritrovare la comunione con Cristo, cioè lo stato di grazia.








All the contents on this site are copyrighted ©.