2014-10-10 13:32:00

Alluvione Genova, una vittima. Il dolore del card. Bagnasco


E’ stata prolungata fino alle 24 l’allerta a Genova, colpita questa notte da un nubifragio. Il bilancio è pesante: Un morto, danni alla città e ai privati, scuole chiuse, palazzine evacuate. Alessandro Guarasci:

Genova ancora una è flagellata da acque fango. Una notte di piogge intensissime ha fatto straripare i torrenti, soprattutto il Bisagno. Poco fa un treno è uscito dai binari. Ieri sera, tra le 22 e le 23 sono caduti 150 mm d'acqua su un terreno ormai saturo. Oggi, 25 mm in un'ora e gli intervalli di tempo, tra un acquazzone e l'altro, si fanno sempre più stretti. Ci sono polemiche per la mancata allerta, ma i meteorologico definiscono quanto avvenuto del tutto imprevedibile. Critico il presidente della Regione Claudio Burlando. L’agenzia per la Protezione Ambientale, l’Arpal, però afferma: “non è questo il momento delle polemiche. La situazione è critica e tale rimarrà fino alle prime ore di domani”. Intanto la procura ha aperto un fascicolo per capire il perché dei ritardi nella comunicazione. Un fascicolo potrebbe essere aperto anche per la morte dell'infermiere Antonio Campanella, 57 anni, annegato in via Canevari durante l'alluvione della notte. Abbiamo sentito il direttore della Caritas di Genova, don Marino Poggi:

R. - Sta piovendo a dirotto, continua a scrosciare, poi rallenta un attimo ... Il timore è che esondino altri torrenti affluenti dei grossi torrenti del Bisagno perché il guaio è questo. Poi la zona della foce del Bisagno è in grande difficoltà perché comunque piovendo la pressione dell’acqua non rallenta.

 D. - Ci sono stati, da quanto si sa, anche episodi di sciacallaggio in città. A voi risulta?

 R. - Non risulta il fatto comprovato; se ne parla. Io andrei con cautela, nel senso che certamente il tentativo di approfittare di qualche cosa c’è, ad esempio nei negozi.

 D. - Le autorità vi hanno coinvolto per assistere la popolazione in questo momento di difficoltà?

 R. - Loro sanno che noi ci attiviamo, e quindi hanno in qualche modo la certezza della nostra rete di gruppi di attivi. Ad esempio, i preti con il loro gruppi di ragazzi sono andati in certe zone a rischio. C’è stata una collaborazione piena.

 D. - Voi in questo momento come siete intervenuti?

 R. - Siamo intervenuti con gruppi di giovani in due zone molto colpite, una di questa è la zona di Sturla. Quello che possiamo fare, in qualche modo, è tenere conto delle indicazioni della Protezione Civile, che non vuole che alcune cose siano fatte da noi perché spettano a loro. Mi pare che ci sia preoccupazione anche per il futuro. Questo sì.

Il cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha espresso dal Sinodo il suo profondo dolore per quanto accaduto. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:

R. – Questo ripropone la situazione logistica di Genova, viaria, i vari fiumi, i vari torrenti, che facilmente si intasano e quindi esondano invadendo negozi, abitazioni, chiese, magazzini… Quindi, con gravissimi danni. Mi hanno detto che ci sono sei o sette parrocchie in gravi difficoltà, vuol dire che ci sono zone – parrocchie non vuol dire chiese, ma zone – evidentemente attorno al torrente del Bisagno, al torrente Sturla, come accadde già qualche anno fa. Sono già molto attivi tanti volontari, perché la situazione possa riprendere e risolversi rapidamente. Però, ripeto, il problema di fondo, che è quello logistico, per Genova resta.

D. – Purtroppo sono situazioni che si ripetono non solo a Genova: ultimamente le notizie di queste “bombe d’acqua” si susseguono in varie zone d’Italia…

R. – Sì, anche questa è stata proprio una bomba d’acqua, che anzi si sta ripetendo perché mi dicono che anche lì, in questo momento, le cose si alternano come clima, tra pioggia leggera e improvvise bombe d’acqua. Quindi, questa situazione fa parte di uno sconvolgimento climatico che è in atto. Su questo il problema, evidentemente, è più grande - per quanto riguarda le bombe d’acqua, cosiddette – sia a Genova, che in altre parti d’Italia e del mondo. Io, domani mattina, andrò a Genova; ritornerò – a Dio piacendo – domani sera, almeno per farmi presente in queste cinque, sei, sette parrocchie e, come ho fatto le altre volte, vedere la situazione delle strade ma soprattutto della gente, i negozianti in modo particolare.

 








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