2014-10-09 17:56:00

Buchmesse Francoforte (Zaccuri): "La lettura vive di contagio, non di ammonimenti"


Il mercato editoriale registra un ribasso di fatturato del 20% dal 2011, il numero dei titoli stampati si restringe ancora di più, mentre il 55% degli italiani dichiara di non aver letto nemmeno un libro. I dati presentati dall'AIE alla Fiera internazionale del Libro a Francoforte non sono incoraggianti. Alessandro Zaccuri (inviato di Avvenire): "Secondo me la sfida che ha l’editoria in questo momento è quella di una popolazione italiana che è cresciuta vertiginosamente in quanto a scolarità ma non è cresciuta adeguatamente quanto a consumi culturali. Qui bisogna intervenire. E’ importante che il ruolo della scuola sia valorizzato come luogo di incentivazione alla lettura ma bisogna anche insistere affinché questa educazione alla lettura sia condivisa dalle famiglie. La lettura è una pratica che vive di contagio, non vive di ammonimenti. Io credo che a volte le campagne di promozione alla lettura abbiano un atteggiamento un po’ troppo compiaciuto. Si legge non solo per leggere ma per trovare le parole per raccontarsi. Si sensibilizza perché è un piacere, non per imparare a evadere ma per stare dentro il mondo". 

E sull'assegnazione del Nobel per la Letteratura al francese Patrick Modiano: "In questo momento molti autori di prestigio appartengono ad aree di crisi, non della letteratura, che è in crisi un po’ ovunque, ma della geopolitica. Andando a prendere un autore francese peraltro non giovanissimo - che certo ha dentro la sua produzione valori importanti come la memoria, la Parigi occupata dai nazisti, ma ormai di un passato abbondantemente codificato, accettato e condiviso - toglie un poco anche dall’imbarazzo l’Accademia di Svezia". 

Raccontiamo poi la storia di Davide Gasparotto, direttore della Galleria Estense di Modena, che da dicembre andrà a dirigere le collezione di pittura del Getty Museum di Los Angeles, il più importante museo americano della costa occidentale. "C’è il dispiacere di lasciare l’Italia dove le opere non sono custodite solo nei musei ma sono diffuse nel territorio. D’altra parte è una sfida e un’opportunità per me. Purtroppo nel nostro paese non c’è stata una vera volontà, soprattutto a livello politico, di sostegno dei beni culturali, anche se a parole dai politici si sente molto parlare di beni culturali. Poi qui non c’è molto la cultura della donazione, del mecenatismo, molto diffusa negli Usa, anche per le facilitazioni che ci sono a livello fiscale". 

Gasparotto fa parte di quei 94mila che espatriano ogni anno dal Belpaese. Spiega il lavoro realizzato per mettere in sicurezza i tesori della Galleria - che riaprirà l'anno prossimo - nel post terremoto che colpì l'Emilia, commenta l'eredità artistica dello scultore polacco Mitoraj, appena scomparso, e si sofferma su cosa hanno da insegnare i paesi anglosassoni nell'ambito della gestione, tutela e valorizzazione dei beni culturali: "L’aspetto dell’educazione all'arte e della formazione è molto curato in queste aree geografiche e culturali. E poi c’è l’aspetto della ricerca, da noi molto superficiale. Per esempio - precisa - da noi le stesse mostre sono un fenomeno da cassetta, molto poco meditate, commerciali, poco frutto del tentativo di trasmettere il senso di ricerca ad un pubblico più vasto. Si va al ribasso. E pure il ruolo dei privati è ambiguo, le mostre nascono un po’ in sottovuoto e trasmettono poco allo spettatore". 








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