2014-10-08 13:51:00

Violenze a Maiduguri, un religioso: Nigeria come Iraq e Siria


Uccisioni, saccheggi, sequestri, violenze. Sono le azioni degli estremisti Boko Haram in Nigeria che hanno già provocato almeno 10 mila morti, perlopiù civili, e 700 mila sfollati, di cui 100 mila nella parte orientale del Niger, zona arida soggetta a continue crisi alimentari. I terroristi islamici, che detengono ancora circa 200 ragazze rapite in aprile, soltanto negli ultimi due mesi hanno incendiato 185 chiese nella diocesi di Maiduguri, il cui territorio comprende gli Stati settentrionali di Borno, Yobe e alcune aree di quello di Adamawa. Secondo la Chiesa locale, oltre 190 mila persone sono state costrette alla fuga ed ora vivono sfollate in ripari di fortuna nella stessa Maiduguri o in località vicine. Ce ne parla padre John Bakeni, segretario e cancelliere della diocesi di Maiduguri, intervistato da Giada Aquilino:

R. - La situazione per noi è molto brutta. Ci sono tanti morti e anche molti sfollati, perché i terroristi hanno occupato tanti villaggi nella regione.

D. - Testimoni raccontano di occupazioni, incendi alle chiese, rapimenti, violenze sulle donne, anche decapitazioni, come sta succedendo nel sedicente Stato Islamico (Is) in Iraq e Siria: come avvengono le azioni di Boko Haram?

R. - Hanno la stessa metodologia dell’Is per occupare i villaggi, anche per uccidere la gente. Ci sono tante donne che sono già diventate musulmane, come i terroristi; ci sono anche tante donne che sono state uccise.

D. - Ci sono cioè donne che sono state uccise e altre donne che, per non morire, si sono convertite all’Islam?

R. - Convertite, sì, all’Islam…

D. - Perché, secondo lei, i guerriglieri di Boko Haram agiscono in questa maniera?

R. - La ragione è molto complicata. Vogliono stabilire la legge della sharia e il califfato, con i soli musulmani, come in Siria, in Iraq, in Somalia: sono tutti uguali.

D. - In Iraq e Siria si assiste alla decapitazione dei prigionieri, ma anche alla persecuzione dei cristiani e delle altre minoranze. Questo succede anche in Nigeria?

R. - Sì, anche qui. Già sono stati uccisi tanti cristiani e molte loro case sono state distrutte, bruciate.

D. - E dove si trovano ora i cristiani? Dove hanno trovato rifugio?

R. - Ce ne sono tanti qui, in particolare a Maiduguri, anche a Mubi, Yola, pure a Jos.

D. - A novembre entrerà in azione una forza regionale africana per fronteggiare l’avanzata di Boko Haram. Che speranze ci sono?

R. - Questo problema è più grande di noi. Possiamo chiedere aiuto ad altri Paesi, perché questi problemi sono troppo grandi perché la Nigeria possa gestirli da sola.

D. - E la Chiesa nigeriana, e in particolare la Chiesa di Maiduguri, che cosa si aspetta per i prossimi mesi?

R. - Preghiamo, come ci ha chiesto il vescovo, mons. Oliver Dashe Doeme. In questo momento, speriamo in Dio. Recitiamo questa preghiera ogni mattina, ogni settimana, specialmente durante la Messa della domenica. Facciamo processioni e recitiamo il Rosario per chiedere aiuto a Dio, invocando la pace e la conversione dei cuori tra i terroristi.








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