2014-10-08 12:12:00

Donne portatrici di speranza: una testimonianza al Sinodo


“Donne seminatrici di speranza”: sarà questo il tema dell’Assemblea internazionale dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, Umofc, previsto a Fatima a fine ottobre e questo è stato anche il tema proposto nel pomeriggio di ieri ad un incontro organizzato a Roma dall'Organismo, insieme all’Azione Cattolica Italiana, in occasione del Sinodo dei Vescovi dedicato alla famiglia. Tra i partecipanti Jeannette Tourè, uditrice al Sinodo. Il servizio di Adriana Masotti:

A moderare l’incontro nella sede dell’Azione Cattolica Italiana la presidente dell’Umofc, Maria Giovanna Ruggieri che spiega che cosa significa parlare delle donne come seminatrici di speranza:

"Noi crediamo che oggi, come dice anche Papa Francesco, sia indispensabile trasmettere la speranza, trasmettere la gioia, perché il nostro è il Vangelo della gioia. Allora, noi crediamo che, per esempio, sia fondamentale il metodo del dialogo, dell’ascoltare l’altro, di mettersi in rapporto con l’altro, per creare un clima di reciproca fiducia e accettazione. Quindi, 'seminatrici di speranza' in ogni realtà, come dire che c’è sempre una possibilità. E’ vero, noi siamo sicuri della nostra speranza, Gesù Cristo, ma con quelli con cui non condividiamo un percorso di fede c’è comunque la speranza di creare insieme, per esempio, una realtà migliore, un ambiente più rispettoso della persona, dove i diritti della persona umana non vengono calpestati".

Molte le iniziative promosse dalle donne che aderiscono all’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, presenti in oltre 60 Paesi. La presidente Ruggieri cita qualche esempio:

"L’obiettivo fondamentale è quello di aiutare la donna ad acquisire consapevolezza della propria vocazione, quindi della propria dignità, per avere anche un ruolo di protagonista, o comunque un ruolo partecipativo sia nella vita ecclesiale sia nella vita sociale. Abbiamo tante donne che hanno fatto o che continuano a fare un servizio anche in politica e nell’amministrazione locale, o a livello di Paese; in alcune realtà organizzano delle cooperative di lavoro, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo: mi viene in mente, per esempio, una cooperativa di pescatrici del Senegal. Poi, naturalmente, c’è tutto il discorso della cura della persona, soprattutto in Africa. Sono tutte coinvolte per la cura degli orfani dell’Aids sul fronte sia educativo, sia anche di prevenzione e di cura. Adesso abbiamo un gruppo della Guinea Conakry completamente immerso nel servizio per il problema Ebola, che si è sviluppato proprio in una zona dove vivono loro. Questa coincidenza tra la nostra assemblea e il Sinodo c’è sembrata una spinta in più a lavorare, perché noi lavoriamo molto sul discorso educativo nel nostro Organismo e, chiaramente, la famiglia è per noi l’ambiente naturale, per noi è stata sempre un punto di riferimento su cui lavoriamo e ci sono tante difficoltà. Mi viene in mente una donna del Gabon che diceva che nella sua comunità una ragazza è stata stuprata e nel villaggio – quando avvengono queste cose – le ragazze vengono emarginate; allora l’ha accolta nella sua casa, poi è nato anche il bambino e quindi ha curato lei e ha curato il bambino, e l’ha fatta studiare. Siamo molto prese anche dal tema del traffico di esseri umani: per esempio, quando sono stata in Nigeria, ho incontrato alcune signore della diocesi di Benin City, che ho subito convocato e ho chiesto loro: 'Ma sapete cosa succede in Italia con le ragazze di Benin City? Possiamo fare qualcosa insieme?'. C’è proprio questo aspetto della non consapevolezza. È vero, sono ragazze che vengono da realtà molto povere, per cui le famiglie non indagano troppo su come va a finire la storia della loro figlia in Italia… Poi, c’è anche il discorso che è un po’ più difficile – però in alcune realtà la nostra gente lo fa – del recupero anche di queste ragazze una volta che lasciano la strada".

Tra le partecipanti all’incontro anche Jeannette Tourè, presidente dell’Associazione donne cattoliche in Costa D’Avorio, AFEC, che aderisce all’Umofc. E’ una delle donne invitate a partecipare al Sinodo sulla famiglia e proprio stamattina è intervenuta durante la Quinta Congregazione. La Tourè è sposata con un musulmano molto credente e, nonostante le diversità, può testimoniare un matrimonio felice:

Je suis présente au Synode pour parler de ma vie de couple mariée a un…
"Sono presente al Sinodo per testimoniare della mia vita di coppia: io, donna cattolica, sono sposata con un musulmano; per questo mi hanno chiesto di partecipare, per parlare di questo. Mio marito ed io ci siamo conosciuti in Francia quando eravamo studenti; ci siamo sposati e oggi sono 52 anni che siamo sposati: 52 anni di vita in comune. I suoi parenti non erano d’accordo sul fatto che un musulmano sposasse una cattolica, e viceversa. Però, ci siamo sposati; abbiamo avuti cinque figli e sei nipoti, tutti i figli, in accordo con il mio sposo, sono stati battezzati e ora sono cattolici, e la stessa cosa vale per i nipoti. E grazie al Signore, abbiamo festeggiato i 52 anni di matrimonio vissuti nella tolleranza, nel rispetto reciproco delle nostre credenze, nel sostegno l'uno dell'altra. E’ stato proprio questo che ha spinto il cardinale Baldisseri a chiedermi di venire per rendere testimonianza della mia vita di coppia in tutti questi anni di matrimonio".

Ma che cosa si aspetta Jeannette Tourè dai lavori in corso in Vaticano?

Ce que j’ai remarqué c’est que tous les évêques parlent de la même chose …
"Ho notato che tutti i vescovi parlano dello stesso tema: parlano della famiglia, del matrimonio ma ci piacerebbe sapere, in concreto, quale sarà poi il seguito: che cosa si dirà perché i cattolici siano rassicurati. E io penso che l’ultima parola sarà quella del Papa … Io sono stata molto contenta di vedere il Papa seduto in mezzo a noi: è una grazia e per me un onore, perché è la prima volta che vedo il Papa di persona. Credo anche che questo Sinodo sia un dono di Dio. Il Sinodo è benvenuto: ciascuno dice quello che pensa. Ci sono famiglie in difficoltà, grandi difficoltà. Io penso che loro troveranno delle soluzioni per risolvere determinati problemi. In Africa, cerchiamo di fare il nostro meglio: cerchiamo di seguire Cristo, cerchiamo di vivere la nostra vita cristiana e cattolica liberamente, mentre in altri Paesi sono costretti – i cristiani – a nascondersi. Auguro a questo Sinodo buona fortuna, che i vescovi siano sempre illuminati, che ci insegnino quello che sanno, che ci dicano quello che vogliono che noi cattolici facciamo. E quello che loro vogliono che noi siamo sulla base dell’insegnamento che il Signore ci ha dato. Per quanto riguarda il problema delle coppie, ad esempio: Dio ha creato l’uomo e la donna, nella Genesi è scritto che: “uomo e donna li ha creati”, per vivere insieme e popolare la terra. Quindi, se oggi l’uomo vuole intenderla in altra maniera, cambiare la famiglia … non si può cambiare la famiglia! La famiglia è l’uomo, la donna e i figli, che formano un’unica persona. Per questo dobbiamo seguire la legge della Chiesa, la legge di Dio".








All the contents on this site are copyrighted ©.