2014-10-07 13:26:00

Madonna del Rosario. P. Perrella: pregare Maria aiuta le famiglie


La Chiesa celebra oggi la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario. Una festa istituita da San Pio V nel 1571 in onore della vittoria dei cristiani a Lepanto contro la flotta ottomana. Sull'importanza della preghiera del Rosario, specie in famiglia, Martina Boccalini ha intervistato il marialogo don Salvatore Perrella:

R. – La preghiera è, prima di tutto, incontro col Signore, ascolto della sua Parola, richiesta di ascolto da parte del credente e soprattutto è confidenza, è fede in Colui che può ascoltarci. E quindi il Rosario in questo caso non solo è preghiera di contemplazione e partecipazione ai Misteri di Cristo, cui Maria partecipò come Madre e Serva, ma è anche un metodo utilissimo - soprattutto nella frenesia del tempo d’oggi - per saper sostare con il Signore.

D. – La preghiera del Rosario è quindi molto umile, una preghiera che nasce dal cuore. Può essere considerato come un dialogo diretto con Dio?

R. – Sì, il Rosario è preghiera di contemplazione, è preghiera cordiale, è preghiera di dialogo. Quindi è una preghiera che pone nel cuore di Dio il cuore stesso dell’uomo.

D. – Il Rosario è anche una preghiera di stampo popolare: secondo lei, ancora oggi, nel Rosario sono racchiuse le sofferenze e le speranze dell’uomo?

R. – Bisogna dire che il Rosario non è ancora una preghiera compresa nella sua ricchezza, perché c’è troppa fretta… Il Rosario viene anche recitato purtroppo – non sempre – come catena dolce che ci rannoda a Dio, ma certamente il Rosario è la preghiera degli umili, ma non degli sciocchi! E' la preghiera delle persone che confidano che Dio possa salvarci. Tutti i Misteri del Rosario ci dicono questa vicinanza di Gesù, di cui Maria è stata la beneficiaria, ma ne è anche la testimone: quindi nel Rosario noi sappiamo che rivolgendoci a Lei, Lei ci può ascoltare e se ci ascolta Maria, Dio non può non ascoltare la Madre di suo Figlio.

D. – Questa memoria cade durante il Sinodo sulla famiglia. Secondo lei, come può il Rosario aiutare le famiglie oggigiorno?

R. – Il Rosario può aiutare le famiglie se le famiglie riprendono questa antica usanza. Papa Giovanni Paolo II si è sforzato molto per rinnovare questa antica preghiera, rinnovandola nella tradizione, cioè nel Vangelo. Se nelle famiglie si ritrova il tempo di stare insieme, io credo che il Rosario servirà come cemento dell’unione dei credenti, della famiglia umana e della famiglia storica a Cristo e alla Chiesa di Cristo.

D. – I giovani, però, hanno difficoltà a pregare il Rosario, perché lo percepiscono come una preghiera meccanica e lontana da loro. Come si potrebbe rendere il Rosario una preghiera meno ripetitiva?

R. – E’ una delle cose che bisogna contestare: la ripetitività è dell’uomo ed è nell’uomo. Noi partiamo sempre da un fatto, da una immagine. Fatto e immagine colpiscono i giovani: fatti e immagini che vengono dal Vangelo di Cristo e dal Vangelo di Maria. Allora sì naturalmente veniamo portati a pregare non nella noia della ripetitività, ma nella forza della ripetitività. Questo i giovani - se noi glielo facciamo comprendere - sanno attuarlo e quindi sanno pregare il Rosario.








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