2014-10-04 12:44:00

A Napoli, l'incontro della pace del Sermig: "Dare voce ai giovani"


Dare voce ai giovani per costruire insieme un futuro migliore. E’ l’obiettivo del quarto “Appuntamento mondiale giovani della pace”, promossa dal Sermig, il Servizio missionario di Torino. Centinaia di ragazzi si incontreranno a Napoli per esprimere la loro opinione nel campo della politica, della cultura, dell’economia e delle spiritualità. Al termine dell'iniziativa scriveranno la "lettera della coscienza" indirizzata ai grandi della Terra. Al microfono di Maria Gabriella Lanza, Ernesto Olivero, fondatore del Sermig:

R.  – Questo appuntamento con la coscienza nasce dal nostro desiderio di amare i giovani perdutamente. E quando abbiamo scoperto che i giovani sono gli ultimi della società, sono i disoccupati della società, sono gli imbrogliati della società che è caduta nelle trappole che il mondo degli adulti ha dato loro, li abbiamo messi direttamente al primo posto. E abbiamo organizzato qui a Napoli, questo è il quarto appuntamento, per dire che è possibile cambiare un po’ questo mondo ma bisogna metterci la propria faccia.

D.  – Lo scopo di questa iniziativa è quello di far vedere il mondo con gli occhi dei giovani?

R.  – Esattamente far vedere il mondo attraverso gli occhi dei giovani! Ma il mondo degli adulti deve avere il coraggio di ascoltare. Abbiamo invitato molte autorità dell’economia, della politica, della religione, a venire ad ascoltare i giovani. E questo l’abbiamo imparato dalla Parola di Dio, Malachia dice: “Se i grandi non si riconciliano con i figli non c’è futuro per nessuno”. Mentre noi abbiamo visto che un futuro possibile c’è, però il mondo degli adulti deve fare un passo indietro. Per esempio, non è possibile vivere in una società dove il 50 per cento dei giovani oggi sarà disoccupato a vita. Il lavoro c’è: basterebbe un atto di saggezza, lavorare tutti un po’ di meno, guadagnare tutti un po’ di meno e non lasciare per strada tanti giovani. Noi pensiamo che tutti possono vivere un po’ meglio e non sopravvivere.

D. – Alcuni giovani racconteranno la loro esperienza in piazza a Napoli: ci può anticipare le storie più significative?

R. – Ci saranno giovani che hanno incontrato la droga e ne hanno fatte di tutti i colori ma si sono alzati  e stanno facendo cose meravigliose nella società. Abbiamo un sindaco armeno di 26 anni, l’unico sindaco cristiano: ci parlerà della sua esperienza  in un mondo dove intorno ci sono violenze incredibili. E noi dedicheremo questo incontro ai cristiani perseguitati. Poi, faremo una carezza a tre mamme di Napoli, di questa zona, che hanno perso i loro figli e che hanno saputo perdonare.








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